Il concorso del Pastificio Di Martino
Giuseppe Di Martino - negli ultimi anni molti addetti ai lavori hanno imparato a conoscerlo - non sa proprio stare con le mani in mano, indole poliedrica e aspirazioni cosmopolite ben più di quanto la solida posizione imprenditoriale raggiunta gli imporrebbe. Ma forse è proprio questa voglia di fare ed esportare l'eccellenza made in Italy nel mondo il segreto del successo suo e del pastificio omonimo che dirige a Gragnano, enclave privilegiata della trafilatura a bronzo da oltre un secolo. E allora eccolo a New York, dove tra qualche giorno prenderà il via la prima edizione del concorso Il Primo di Manhattan, un'altra invenzione ancora per promuovere la cucina e i cuochi italiani sulla scena internazionale. In collaborazione con AICNY, l'associazione italiana chef di New York, che riunisce circa 200 cuochi italiani impiegati nei migliori ristoranti della città e ha da poco festeggiato il primo anno di vita (presidente è Massimo Carbone), l'idea del Pastificio Di Martino è quella di valorizzare la cultura della pasta, proponendo ai professionisti della ristorazione della Grande Mela di mettersi in gioco elaborando una ricetta ad hoc per la competizione. Unico vincolo: utilizzare uno degli oltre cento formati di pasta di Gragnano Igp che l'azienda campana produce.
La pasta di Gragnano Igp e la giuria
Poi sarà una giuria di esperti a decretare il vincitore, eleggendo il miglior piatta di pasta che il prossimo 25 giugno si aggiudicherà un premio in denaro di 5000 dollari, oltre alla possibilità di trascorrere un periodo in Italia per visitare la città della pasta, Gragnano. In giuria, coordinata da Giuseppe Di Martino, si ritroveranno giornalisti e critici italiani, insieme ad alcuni noti colleghi americani: Luciano Pignataro, Eleonora Cozzella, Albert Sapere eBarbara Guerra (organizzatori di LSDM, che proprio in questi giorni è in trasferta New York, dove si propone di valorizzare, una volta di più, i prodotti di qualità dell'agroalimentare campano e l'arte della pizza, in collaborazione con AICNY e con il supporto di Fabio Parasecoli), Faith Willinger, Channally Philipp, Peter Smith e Carole Acunto. La selezione dei semifinalisti avverrà dopo il 19 maggio, ultimo giorno per presentare la propria candidatura e partecipare alla gara con una ricetta che esalti le potenzialità di uno degli alimenti cardine della dieta mediterranea così come viene percepito nel mondo (o come dovrebbe essere): un cibo sano, buono, sostenibile, democratico e versatile. Insomma, ben lontano da quelle storpiature spesso presentate in tavola nei ristoranti che si fregiano dell'appellativo made in Italy senza averne il diritto.
Valorizzare il made in Italy: LSDM New York e AICNY
Ma la passione per la cucina italiana, a New York, è affare serio e sono tanti gli chef emigrati oltreoceano in grado di difendere la storia delle tradizioni tricolore e la qualità dei prodotti della Penisola. Come la pasta di Gragnano prodotta secondo i dettami del disciplinare Igp: solo semola di grano duro 100% italiana, acqua sorgiva dei Monti Lattari, trafile al bronzo e lenta essiccatura a bassa temperatura. Intanto, già da qualche ora, sul palco di LSDM New York (nello show room di Pentole Agnelli USA e da Neapolitan Express) si muovono i pizzaioli ambasciatori per un giorno della pizza Margherita:Giulio Adriani, Michele D'Amelio e Giorgia Caporuscio da New York, John Arena da Las Vegas, Salvatore Salvo e Franco Pepe in arrivo dall'Italia. Ma in città sono arrivati pure l'altro Pepe, Alfonso, pure lui orgoglio nazionale e campano, ma per la pasticceria, e Gaetano e Pasquale Torrente, della premiata ditta Burro e Alici. Mentre l'AICNY si impegna costantemente a promuovere competizioni di sensibilizzazione riservate ai suoi soci: l'autunno scorso è stata la volta del tartufo bianco di Alba (il premio è andato a Patrizia Volanti, executive dell'Antica Pesa NY a Williamsburg), ora è il turno della pasta di Gragnano. Quale sarà il prossimo ingrediente?
a cura di Livia Montagnoli