Un territorio che cambia e rinasce
Con un riuscito gioco di parole, qualche settimana fa, l'iniziativa Terre Mutate racchiudeva lo spirito di riscossa di quel Centro Italia duramente colpito dai terremoti che a più riprese, nell'arco degli ultimi 10 anni e con particolare veemenza nell'estate 2016, hanno squassato borghi e comunità, aziende agricole e attività diffuse sul territorio. Un mutamento secondo natura, così crudele nel dimostrare la sua forza, che pure come evento possibile – naturale, per l'appunto – deve essere considerato. Convivere col cambiamento, e saperlo proiettare nel futuro, è (sarà) la forza di chi le molteplici identità di un territorio unico vuole continuare a raccontarle, con le sue tradizioni artigianali, il fascino dei paesaggi montani, l'operosità di piccole aziende che hanno ripreso a girare, nutrendosi del rapporto con la terra. Alla gioia e alla curiosità di scoprirle inneggiava il Cammino nelle Terre Mutate, rassegna itinerante che si è concluso l'8 luglio scorso, che speriamo sia servita d'esempio. E di buon auspicio è la frequenza delle iniziative che invitano a visitare questi territori di confine facendo leva sulla loro specificità agricola e sull'appeal delle tradizioni enogastronomiche locali. L'ultima in ordine di tempo riunisce 21 imprenditori di filiera dell'Alta Valle del Velino e Terre di Amatrice in una rete di promozione turistica finanziata dalla Regione Lazio, che coinvolge tanto le strutture d'ospitalità rurale che le aziende produttrici di specialità gastronomiche, con l'obiettivo di valorizzare 10 Comuni e le loro frazioni.
Il progetto Alte Terre
Un'area di oltre 600 chilometri quadrati non distante da Roma, e facilmente raggiungibile anche da Umbria, Toscana. Abruzzo e Marche, pur insistendo interamente sul territorio laziale; presentato proprio a Roma in occasione di una cena evento a Palazzo Rospigliosi che ha potuto contare sull'impeccabile cucina (di territorio) dei Fratelli Serva (La Trota di Rivodutri), il progetto Alte Terre – La natura su misura nasce così grazie all'impegno del Consorzio Salariaè, che per tutta la stagione estiva promuoverà l'idea del pic nic diffuso, mettendo a disposizione dei visitatori tutto il meglio che il territorio ha da offrire per creare un'esperienza personalizzata che valga il viaggio o la gita fuoriporta. Partecipano al circuito ristoranti, agriturismi e produttori (ma anche un birrificio artigianale e diversi b&b) che fanno capo a 4 aree di confine, tutte celebri per le proprie produzioni enogastronomiche: Amatrice-Accumoli, Cittareale, Posta e Antrodoco, Cittaducale e Castel Sant'Angelo.
Pic nic ed eventi diffusi
Nello specifico, ha spiegato il presidente del Consorzio Emidio Gentili, i visitatori che vorranno muoversi alla scoperta del “circuito”, usufruendo di visite guidate in azienda e ospitalità presso le strutture agrituristiche che hanno aderito all'iniziativa, potranno disporre anche di speciali cestini da pic nic ideati dal Consorzio: packaging in cartone facilmente trasportabile per un pranzo al sacco sul prato o da riportare con sé come ricordo del viaggio (dai 5 ai 15 euro), disponibili, per esempio, presso il Birrificio Alta Quota di Cittareale e l'Agriturismo Coop. Grisciano di Accumoli, la Fattoria Santarelli di Torrita e l'Agriturismo dal Poeta a Posta. All'interno le specialità locali, i formaggi, i salumi, le confetture, la birra delle piccole e medie imprese che hanno ripreso coraggiosamente l'attività e contribuiscono alla rinascita economica e sociale dell'area. Ma la speranze è che i visitatori scelgano di trattenersi qualche giorno in più, e tante saranno anche le occasioni di festa promosse per valorizzare le bellezze architettoniche e paesaggistiche dei paesi coinvolti (Amatrice, Cittareale, Accumoli, Castel Sant'Angelo, Posta, Cittaducale, Antrodoco, Borbona, Borgo Velino e Micigliano), tra esibizioni dei cantori-pastori e teatro dialettale, sagre e spettacoli tradizionali (la gara della ruzzola di Cittareale, dal 15 al 19 agosto, uno degli appuntamenti più suggestivi) consultabili sul sito dell'iniziativa Alte Terre.
a cura di Livia Montagnoli