Come capitani che non abbandonano la nave fino alla fine, Adriano Cipollone, panettiere da sempre, e sua moglie Enia Millia, coppia inseparabile nella vita e nel lavoro, sono lì, ancora in laboratorio - nello storico Panificio Cipollone, di fronte al Conservatorio di Pescara - quando è ormai ora di pranzo e l'ultima cliente ritardataria si ferma a scambiare due parole con la dipendente al banco. Il tono è confidenziale, il sorriso della ragazza non fa una piega anche se è orario di chiusura .
Chiude il Panificio Cipollone per sopraggiunti limiti di età
A giorni, da lunedì 14, sorriso e gentilezza mancheranno alla clientela come il pane e la focaccia bianca di Adriano, i fiadoncini uova e formaggio e i dolci di Enia. Il forno, infatti, non riaprirà le porte dopo la pausa di ferragosto. Si chiude, hanno deciso, per raggiunti limiti di età “Siamo stanchi, abbiamo 73 anni io e mia moglie, è giunto il momento di fermarsi” sussurra il mastro fornaio pescarese. “Vede, come ogni giorno sono in piedi dalle 23 e solo adesso (le 13.30 di oggi, martedì 8 agosto, ndr) rientro a casa. Enia si è alzata alle 5 come fa tutte le mattine da quarant'anni, e terminerà la sua giornata di lavoro alle 8 di stasera. Tolto l'intervallo del pranzo non c'è tempo per altro. È il momento giusto per fermarsi, dico. Una scelta obbligata e necessaria. I dipendenti fanno il loro lavoro ma mai come quello che abbiamo fatto noi. No, nessun cartello, lo abbiamo detto a voce ai clienti e il passaparola è stato immediato”.
Cambiano abitudini di acquisto e di consumi. Ma la chiusura è una perdita per la comunità
“La chiusura di una attività storica rappresenta sempre un dolore perché è un pezzo di storia di città che se ne va” hanno commentato pubblicamente il presidente di Confcommercio Pescara Riccardo Padovano e il presidente di Assipan Confcommercio Roberto D’Intino dando anche voce al sentimento generale della città. "La chiusura del Panificio Cipollone testimonia la crisi del settore del commercio e dell'artigianato” affermano, “Oggi mestieri come il fornaio sono sempre meno appetibili per vari motivi, tra cui il lavoro notturno. Vi è poi la mancanza di formazione e inoltre i consumi non sono più quelli di qualche hanno fa, la GDO ha modificato le occasioni d’acquisto e tutto questo fa sì che cedere un'attività storica ma imperniata su modi e tempi di lavoro che i giovani di oggi non accettano più, risulti molto difficoltoso”.
Dolci e pani di ogni tipo
“Pensare al futuro senza il forno dopo tanti anni non sarà facile” confida Enia, “il forno mi mancherà così come il contatto con le persone, voglio bene a tutti” e chiude, mentre prepara per la cottura gli ultimi plum cake e i dolcetti di frolla. Dare forma all'impasto di acqua, farina e lievito è stata la passione di una vita per i Cipollone, coadiuvati dagli indispensabili dipendenti.
Un grande classico presente nella Guida Pane & Panettieri del Gambero Rosso, che ha cresciuto e assecondato, soprattutto negli anni d'oro, le richieste di generazioni di pescaresi. Innumerevoli i tipi di pane sfornato ogni notte, fino a quattro impasti divers. Con il bianco tradizionale a lievitazione naturale, l'aggiunta di lievito di birra per spingere la lievitazione nel tipo integrale, ma anche pane di cereali, pane con avena e noci, settimanalmente pane di saragolla, e di solina su ordinazione.
Tra i più apprezzati, il pane di semola tipo siciliano, dalla crosta croccante, la mollica morbida e asciutta; il tipo Altamura, con mollica più spugnosa e il Ferrarese, vanto del mastro fornaio, “per la provata manualità richiesta dall'impasto, che deve essere sodo” ha raccontato Adriano. Senza dimenticare le pizze in teglia croccanti, ideali per la merenda da portare al mare, e la focaccia alta da farcire. E ancora la gamma di dolci, per lo più tradizionali, maritozzi ricoperti di zucchero, crostate dall'aspetto casalingo, ciambelloni, biscotti da inzuppo. Un mondo di profumi e sapori familiari che ora mancheranno a tutta la città.