Il panettone di Iginio Massari fa il tutto esaurito. Chiuso lo shop online

9 Dic 2015, 11:00 | a cura di

Quest’anno l’unico modo per assicurarsi un panettone del maestro bresciano è incolonnarsi pazientemente in fila fuori dalla Pasticceria Veneto. “Non siamo un’industria”: impossibile evadere tutte le richieste online. E il sito riapre a gennaio. 


Un panettone entrato nel mito. Lo firma Iginio Massari

Stavolta le lamentele non hanno risparmiato neanche un maestro senza macchia del calibro di Iginio Massari. D’altronde per gli italiani la tavola delle feste è affare serio e quando c’è di mezzo una bella figura con i parenti riuniti per il pranzo di Natale gli animi si scaldano in un batter d’occhio. Ma niente paura, come sempre sulla qualità non si discute: il panettone del pasticciere bresciano è garanzia d’eccellenza, tanto ambito da scatenare una corsa all’ultimo pezzo disponibile. Così mentre l’Italia della pasticceria artigianale si riunisce nel segno di lievitazioni da manuale e ricette della tradizione più o meno rielaborate – quest’anno i premi arrivano in Basilicata per il panettone di Vincenzo Tiri e in Cilento con Sal De Riso – il dolce lombardo per eccellenza continua a contare anno dopo anno su un ambasciatore senza pari come il maestro Massari, che alla guida della Pasticceria Veneto (Tre Torte del Gambero Rosso) ogni Natale sforna panettoni irresistibili.

Tutto esaurito: “Non siamo un’industria”

Ecco perché ben prima della consueta chiusura degli ordini, il sito per la vendita online della pasticceria bresciana ha dovuto chiudere battenti e alzare bandiera bianca per esaurimento scorte: “Non siamo più in grado di soddisfare la domanda. Lo shop online tornerà a gennaio”, avvertiva qualche giorno fa la pagina Facebook del maestro. Apriti cielo, pioggia di messaggi sconsolati e delusi di clienti da tutta Italia, che al panettone firmato Massari non avrebbero proprio voluto rinunciare. Dal canto suo, Massari non ha tardato a replicare (pur dispiaciuto per l’inconveniente), rivendicando l’artigianalità di una produzione che per ovvi motivi non può soddisfare un numero troppo elevato di richieste: “Non sarei forse più contento se riuscissi a soddisfare tutti? Produciamo tutti i giorni, ma non siamo un’industria.” Per fortuna, verrebbe da aggiungere.

Tanto più che la speranza è l’ultima a morire: in negozio i panettoni ci sono, anche se, fuori dall’uscio di via Salvo d’Acquisto, la fila per riuscire ad accaparrarsene uno è lunga e non tutti possono programmare un viaggio fino a Brescia per ritirare il proprio trofeo (venduto al prezzo di 32 euro). In alternativa, chi non volesse rinunciare a un panettone di qualità può farsi un’idea delle ultime proposte più originali per il Natale 2015 in arrivo dai migliori pasticcieri della Penisola. La tavola delle feste è salva? 

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