Il nuovo laboratorio di Iginio Massari
Termocamere, sonde lambda, atmosfera in sovrapressione come in una sala operatoria. Eppure siamo in un laboratorio di pasticceria, nato nel segno della Pasticceria Veneto a Brescia, che più semplicemente vuol dire Iginio Massari. Uno spazio iper tecnologico che da qualche settimana è entrato in funzione accanto allo storico centro di produzione del maestro per eccellenza della pasticceria italiana, che dalla scorsa primavera rifornisce anche il punto vendita di Milano. E dunque un investimento ingente e mirato che è figlio della necessità di continuare a fare (molto) bene pur davanti a una richiesta cresciuta in modo esponenziale, alimentata dai numerosi passaggi mediatici di Massari, e prima ancora dall'indubbia e meritata fama dei suoi dolci. Quindi con la garanzia di non alterare le modalità produttive e l'approccio a un lavoro che resta artigianale, e però utilizzare l'informatica e la tecnologia più avanzata al servizio di un controllo più rigoroso – in retroazione, come si dice della gestione operata tramite sistemi informatici e sensoristici – della produzione dei grandi lievitati e dei dolci da forno, cui è destinato il nuovo spazio. “Avevamo l'esigenza di staccare il reparto dei lievitati dal resto della produzione” conferma il maestro “anche per soddisfare la domanda del negozio a Milano. E mi è sembrata l'opportunità giusta per realizzare un laboratorio tecnologico pur restando nell'ambito artigianale che ha sempre contraddistinto la nostra pasticceria”.
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Tecnologia e artigianalità
Una specifica importante, quest'ultima, che ben definisce l'approccio di Massari alla professione intrapresa molti anni fa, e con risultati eccellenti, che pure non gli hanno fatto abbandonare la prudenza e il rispetto per un mestiere sempre insidioso: “Per ora siamo operativi al 50%, perché è importante procedere per tappe. Le cose vanno dominate, per evitare che siano loro a dominare noi. E quando si ha a che fare con i lievitati essere dominati è piuttosto frequente”. E così, pur entrato in funzione per esaudire le richieste natalizie, da ieri il laboratorio è arrivato a saturazione: “Quest'anno abbiamo spostato la data ultima per gli ordini online di panettoni all'inizio di dicembre, e avevamo intenzione di arrivare alla metà del mese. Ma anche potendo contare sul nuovo laboratorio, abbiamo ricevuto un numero tale di ordini da raggiungere subito il massimo della capacità produttiva!”.
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Quindi, alla fine dei conti, per il Natale 2018 la Pasticceria Veneto produrrà qualche panettone in più (per ora si producono solo panettoni da 1 kg, dopo le feste la produzione si sposterà sugli altri lievitati), ma sempre nei limiti di uno standard qualitativo che deve avere la priorità su tutto: “Non mi illudo di soddisfare tutte le richieste, ma cerco di dare il meglio a chi riesce ad acquistare i nostri prodotti”.
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Uno spazio hi tech
Proprio la maniacalità del maestro ha determinato la scelta di dotare la pasticceria di un laboratorio come pochi se ne trovano in giro: termocamere per rilevare lo spettro infrarosso e stabilire la temperatura interna con risoluzione di grandissima precisione, sonde per il controllo dell'aria che rilevano i ppm di particolato, tre celle di lievitazione (“una per il lievito madre, una per gli impasti e una per i panetti di panettone già disposti nei pirottini e sulle teglie, tutte con sensori interni con rilevazione multipunto della temperatura e con controllo retroattivo dell'umidità” ci spiega Debora Massari). E poi una sala di raffreddamento con controllo del flusso d'aria, carrelli girevoli per cotture uniformi, macchine – impastatrici, forni, spezzatrice e quant'altro – tutte dotate di inverter per regolare la velocità. E un sistema informatico in via di perfezionamento che garantirà un'efficiente comunicazione interna.
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Il vantaggio più immediato? “Distribuire il lavoro su spazi più organizzati e superfici maggiori a quelle che ci hanno limitato sin qui. Anche se nei periodi delle feste si esce dalla normalità per entrare in una frenesia difficilmente evitabile. E bisogna saper dominare anche queste situazioni”.
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Tra Milano e Roma
Del resto nell'ultimo anno l'impegno è raddoppiato, con il negozio milanese: “Sono molto soddisfatto, Milano è iper attiva, risponde più di quanto pensassi. Il 50% della nostra clientela è straniera, siamo proprio in centro città, però anche i milanesi mi stanno dimostrando un grande affetto. E il sogno è quello di aprire un altro punto vendita dove sia più facile fermarsi a bere e mangiare, coccolati da un grande servizio, come ho sempre pensato io la mia pasticceria. Chiaramente confermando il nostro impegno dove siamo ora, pur con i limiti di spazio che lo caratterizzano”. Ma nel cassetto c'è anche un altro sogno, “quello di aprire a Roma, un progetto che abbiamo nelle corde con i miei figli... I giovani scalpitano, ed è giusto così”. Lui, che di anno ne ha qualcuno in più, in realtà continua a essere il più dinamico di tutti.
a cura di Livia Montagnoli
foto di Fausto Morabito