Il Mercato di San Teodoro. Dalle proteste alla riapertura
Tira e molla, traslochi annunciati e rinviati a lungo, proroghe e scadenze non rispettate, battaglie di piazza e campagne di sensibilizzazione. Le rivendicazioni dei produttori del territorio laziale riuniti sotto l'egida di Campagna Amica da un lato, il ripristino della legalità in seno alla concessione di spazi pubblici dall'altro. E una vicenda piuttosto ingarbugliata, un pasticciaccio alla romana, che ha scaldato non poco gli animi per settimane. La pietra dello scandalo è lo spazio che negli ultimi anni molti romani hanno imparato a conoscere come la casa del biologico da filiera corta, quel mercato contadino a pochi passi dal Circo Massimo allestito ogni fine settimana nello stabile di via San Teodoro 74, Ex Mercato Ebraico del Pesce. Assegnato in concessione a Coldiretti dalla giunta Alemanno nell'ambito del progetto Domus Agricola con scadenza prorogata fino al 31 gennaio 2017, sul destino dello spazio si è molto discusso – con toni fin troppo accesi – da quando all'inizio di febbraio scorso il rischio di un trasloco forzato si è fatto decisamente più concreto. E infatti, nonostante il polverone mediatico scatenato dalla vicenda, da qualche settimana il Farmer's Market di San Teodoro ha chiuso i battenti, anche se i produttori che l'animavano continuano a ritrovarsi in formazione estemporanea ospiti degli altri mercati contadini Coldiretti (nello spazio a disposizione presso l'Auditorium Parco della Musica, per esempio).
Il bando
Dal canto suo l'amministrazione grillina, nella figura dell'Assessore allo Sviluppo Economico Adriano Meloni, aveva garantito un bando tempestivo per la riassegnazione dello spazio, con “l'impegno a valorizzare e favorire le attività agricole curate nell'ambito del contesto urbano, la commercializzazione dei prodotti a km 0 e la valorizzazione dell'economia locale”. E con delibera del 17 febbraio la Giunta Capitolina ha mantenuto le promesse, attivando una gara pubblica per la gestione in via sperimentale di un mercato agricolo a vendita diretta operativo tutti i fine settimana e nei giorni di festività. Come quello che molti già rimpiangevano, insomma, ma regolato da un nuovo disciplinare, e assegnato al soggetto più meritevole in base a una valutazione prettamente tecnica che privilegia la territorialità, i titoli e le certificazioni. Chi si aggiudicherà lo spazio potrà gestirlo per tre anni (non prorogabili) dietro versamento di un canone annuo di 111mila euro, curiosamente senza previsione di asta al rialzo. Una cifra d’ingresso piuttosto contenuta, che garantisce a molti la partecipazione, considerando che la candidatura è aperta non solo ad associazioni e consorzi, ma pure a singoli imprenditori, purché in grado di assicurare e coordinare la presenza nel mercato di almeno 40 operatori agricoli (suddiviso, il costo viene valutato, per ogni banchetto, soli 20 euro al giorno). Resta da capire, però, quale possa essere – e se è previsto - il vantaggio economico per il cosiddetto Raggruppamento Gestore (il vincitore del bando), che secondo bando dovrà impegnarsi a impiegare tutte le risorse in eccedenza nella gestione dell'attività e nella manutenzione dello spazio. O versarle al Comune per spese di manutenzione straordinaria. Altrettanto nebuloso il criterio che regolerà il pagamento di un affitto da parte dei singoli operatori.
I criteri di qualità. Spazio alle produzioni comunali
Rincuorante invece l'apparato di criteri di qualità che funzionerà da sbarramento o incentivo per la partecipazione. In primis perché solo i produttori diretti saranno ammessi alla selezione, ma anche perché chi realizza l'intero ciclo produttivo nel territorio del Comune di Roma potrà ottenere un punteggio maggiore (40 i punti da assegnare per la voce specifica), con quanto ne consegue per realtà importanti che operano sul territorio urbano di cui abbiamo già avuto modo di parlare, dalla Fattoria di Fiorano ad Agricoltura Capodarco, da Serra Madre all'azienda agricola I Casali del Pino della famiglia Venturini Fendi, che se interessate potrebbero beneficiare di una grossa spinta. Stessa attenzione per la sostenibilità ambientale, in materia di riduzione degli imballaggi, riuso degli scarti, basso impatto dei trasporti, oltre alla sensibilizzazione del consumatore tramite attività didattiche e culturali. E a parlare, chiaramente, dovranno essere i prodotti: rigorosamente ogm free, stagionali, da filiera certificata, al giusto prezzo e con etichettatura (qualora prevista) a norma di legge. Un punteggio supplementare sarà attribuito alle produzioni delle zone terremotate. Prevista anche l'attività di trasformazione e degustazione all'interno del mercato. Ora si aspettano le domande e i progetti dei candidati, che dovranno pervenire entro il prossimo 28 aprile. Mentre al Dipartimento Sviluppo Economico già si pensa alla stesura di un regolamento unitario che normi l'attività dei farmer's market cittadini.
Nuova linfa ai mercati rionali? Le mosse del sindaco Raggi
E in parallelo procede il dibattito sulla regolamentazione e il rilancio dei mercati rionali di Roma, che proprio oggi fa segnare un nuovo passo in avanti con la conferenza indetta al Mercato Metronio (VII Municipio) alla presenza del Sindaco Virginia Raggi. Le linee guida della nuova amministrazione, di fatto, sembrano ereditare il lavoro svolto in precedenza dall'Assessore Marta Leonori, con l'intenzione di restituire il sistema mercatale capitolino (70 le strutture censite) a cittadini e operatori del settore. Come? Incentivando una rapida assegnazione dei banchi per evitare l'abbandono e il degrado, valorizzando i prodotti a km 0, ma soprattutto promuovendo la funzione aggregativa del mercato, consentendo attività di somministrazione e riordinando gli orari di apertura. “Il lavoro è stato lungo e partecipato” assicura la Raggi “e ha portato all'elaborazione di schede singole per ogni struttura, che ci aiuteranno a sviluppare le specificità di ogni mercato”. Nello specifico lo stanziamento iniziale previsto dal Comune per il piano di riqualificazione e rilancio sarà di 4 milioni di euro, e permetterà di concentrarsi su 15 realtà dislocate in diversi quartieri della città. Vedremo cosa, dove (e con che tempi) succederà.
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a cura di Livia Montagnoli