Pfatisch è stata aperta nel 1915 da Gustavo Pfatisch, maestro pasticcere di origini bavaresi, nato nel 1887 a Fossano. Nel 1921 l’attività venne trasferita nella sede attuale di via Sacchi 42, in uno splendido edificio Liberty progettato dall’architetto Pietro Fenoglio. La caffetteria-pasticceria, oggi guidata da Francesco Ciocatto, è rimasta come allora, con un tesoro segreto: nel seminterrato custodisce la fabbrica completa per la produzione del cioccolato, con i macchinari di fine Ottocento e inizi Novecento, ancora oggi perfettamente funzionanti. Ed è da questa collezione intatta che è nata l’idea di un vero Museo del Cioccolato. Idea che ha convinto subito l’imprenditore belga Eddy Van Belle, che ha creato il marchio Belcolade, cioccolato per professionisti, più di 3 miliardi di fatturato annuo, ed è pure collezionista di tutto quello che ha a che fare con il cioccolato. Van Belle ha aperto una dozzina di musei Choco Story, da Bruges dove ha inaugurato il primo nel 2004, a Parigi, Praga, Bruxelles,Messico…
Oltre mille metri quadri dedicati al cioccolato
Il Museo di Torino, inaugurato il 26 giugno alla presenza del sindaco Stefano Lo Russo, è allestito nei laboratori sotterranei di Pfatisch, ampliati a una superficie totale di 1200 mq. E nella prima parte ripropone, riveduto e corretto, il format collaudato dei musei già aperti. Un tour-narrativo, su misura anche per visitatori junior, da seguire con un’audioguida in cinque lingue: la coltivazione del cacao, i Maya e gli Aztechi, il galeone spagnolo che trasporta il cacao in Occidente, e ben 700 oggetti collezionati nel corso del tempo da Monsieur Van Belle, tazze, cioccolatiere, scatole e attrezzi, l’invenzione del gianduiotto, il primo cioccolatino incartato al mondo, il costume originale della protagonista del Carnevale Gianduja, concesso dalla Famija Turinèisa, la Linea del tempo con i cioccolatieri piemontesi in ordine di fondazione. Tutto in modo interattivo: attività, installazioni e giochi multimediali, video, quadri animati, la sala salute con un “alter ego” del visitatore che spiega tutti i benefici del cioccolato. Divertente e insieme storicamente corretto. Torino è stata scelta per la sua lunga storia legata al cioccolato e Pfatisch per la straordinaria collezione di macchinari.
Il laboratorio storico
Lo storico laboratorio, con la sala dei macchinari di fine Ottocento-inizio Novecento, è infatti il plus esclusivo della visita: le macchine, di fabbricazione tedesca e svizzera, coprivano tutte le fasi della lavorazione, dalla tostatura del cacao al concaggio agli stampi e all’incarto. Protagonista assoluto naturalmente il gianduiotto , “inventato” da Paul Caffarel e Michele Prochet, con dimostrazione della lavorazione e degustazione finale.
All’inaugurazione, gran soddisfazione di tutti, dal sindaco, sicuro che l’apertura del Museo del Cioccolato contribuirà a far conoscere l'importante ruolo che Torino ha avuto nella creazione e diffusione del cioccolato, a Francesco Ciocatto, che sognava di poterlo realizzare proprio nel sui Locale Storico. “A Torino da anni si parlava di creare un museo dedicato al cioccolato. Questa antica pasticceria esiste da più di 100 anni e conserva tutto il fascino originale della concezione di Gustavo Pfatisch, compresi i suoi antichi macchinari fino ad oggi accessibili ai soli addetti ai lavori, ma occorreva innovare, rendere piacevole il “dietro le quinte” del cioccolato e trovare il modo di coinvolgere il pubblico attraverso l’intrattenimento e le esperienze sensoriali. L’incontro con Eddy Van Belle ha fatto si che tutto questo divenisse realtà. Dalla nostra sinergia è nata l’idea di creare qualcosa che a Torino ormai non poteva più mancare: il Museo del Cioccolato è quindi l’inizio di una nuova grande avventura” . Anche per Beatrice Cagliero, la giovane e appassionata direttrice del museo, che “sente un po’ suo”, avendo avuto il privilegio di vederlo nascere giorno dopo giorno. Il cioccolato di Torino ha trovato casa.
Choco Story | via Sacchi 38
tel.011 19829447 | [email protected]