“Sicuramente non è merito mio ma questo risotto con il granchio blu è davvero buono” commenta con tanto di faccina sorridente Francesco Lollobrigida la foto che lo ritrae impegnato ad annaffiare con vino bianco un pentolone. Il tocco d'artista che benedice l'uso in cucina del crostaceo invasore per combattere il quale sono stati stanziati altri 10 milioni di euro qualche giorno fa.
Francesco Lollobrigida e il ruolo della pesca
È successo in Spagna, durante Conxemar di Vigo, la fiera dedicata ai prodotti del mare surgelati in cui Lollobrigida ha presenziato “con imprenditori e operatori del settore agroalimentare per promuovere all'estero il buon cibo e la cucina italiana” ha spiegato nella caption. “Un'occasione” annuncia il comunicato stampa del Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, “per far incontrare i nostri pescatori e imprenditori che, ogni anno, hanno la possibilità di invertire quel trend che ha visto i nostri settori economici primari penalizzati".
Sostenibilità e legalità la sfida della pesca
Il settore della pesca in particolare, continua la nota, vive un momento di difficoltà, con le marinerie sempre più indebolite: “La media europea registra un dato inquietante: -28% di marinerie dei nostri porti, con l'Italia che segna -40%. Per noi questa strada non è più percorribile. Bisogna investire sulla sostenibilità ambientale e, al contempo, tener presente quella produttiva e sociale dei lavoratori e delle lavoratrici del settore, ai quali va restituito un futuro". E proprio di futuro parla il Ministro, che immagina una collaborazione con la Spagna, cui ci uniscono una tradizione di qualità e cultura agroalimentare, per “costruire insieme un futuro nel Mediterraneo con uno sguardo attento a quella legalità che noi riteniamo centrale. Una legalità che vale per i nostri pescatori e deve valere anche per gli altri. Il rischio, infatti, è quello di cancellare le nostre marinerie senza però risolvere alcun problema per l'ambiente", ha continuato Lollobrigida.
Non perde occasione neanche in questa circostanza, per ribadire il suo no ai cibi da laboratorio, con una velata frecciatina: “La sicurezza alimentare del pianeta deve essere garantita e crediamo che il cibo debba essere ancora prodotto nei nostri campi, pescato nei nostri mari” afferma e aggiunge “attraverso la pesca tradizionale e l'agricoltura del futuro: quella che i contadini del mare realizzano attraverso l'acquacoltura" concludendo con una non secondaria deroga ai canoni dell'agricoltura tradizionale passata un po' in sordina.