Il Mercato Centrale a Porta Palazzo
Il Mercato Centrale a Torino si farà, ma perché prenda forma bisognerà aspettare la primavera 2019. Come dirimpettaio avrà un mercato che di storia ne ha respirata tanta, quello di Porta Palazzo, che dal 1835 inscena in piazza della Repubblica uno spaccato di vita torinese destinato a evolversi con la città e i costumi di chi la abita. Il più grande mercato all’aperto d’Europa, con la Tettoia dell’Orologio per i prodotti dei contadini piemontesi, le drogherie storiche, il padiglione del pesce, i banchi di specialità etniche, che pure raccontano il presente di una città multietnica com’è Torino. Di là dai binari del tram che attraversano la grande piazza di forma ottagonale, il Palafuksas, realizzato su progetto di Massimiliano Fuksas a partire dal 1997 per sostituire l’obsoleto padiglione dell’abbigliamento, è per molti aspetti un’occasione mancata: travagliata la gestazione, poi sede di mostre temporanee e dal 2011 mall commerciale col nome di Centro Palatino, ben riconoscibile dal caratteristico profilo in vetro e metallo che gli è valso l’appellativo di Lampada di Aladino. Degli ambiziosi progetti iniziali ben poco si è concretizzato col tempo, e il Palafuksas non è mai riuscito a esprimere le sue potenzialità.
Il restyling del Palafuksas
Umberto Montano, però, sembra aver intravisto proprio nel controverso padiglione dell’abbigliamento di Porta Palazzo un’opportunità da non perdere per replicare a Torino la fortunata formula del Mercato Centrale, che a Firenze continua ad attirare ogni giorno migliaia di turisti in visita alla città, e anche a Roma è riuscito a valorizzare uno spazio della stazione Termini altrimenti destinato al degrado come la Cappa Mazzoniana. Così già la primavera scorsa l’imprenditore toscano festeggiava il primo traguardo sul percorso che porterà al debutto del polo gastronomico in città, annunciando di essersi aggiudicato la gara per la concessione del Palafuksas per 1 milione e 100mila euro, insieme al gruppo Human Company di Claudio Cardini. Un obiettivo centrato dopo anni di corteggiamento, con l’intenzione di stabilire un fitto rapporto di scambio con gli operatori e le botteghe storiche di Porta Palazzo. Ora si procederà con i lavori di restyling (già iniziate le demolizioni, da settembre via libera alla riformulazione degli spazi), in vista dell’apertura prevista per marzo 2019, ma già si profilano le prime collaborazioni celebri per restituire ai torinesi una struttura mai goduta a pieno dalla città. Tre i livelli a disposizione per una superficie complessiva di 4500 metri quadri, con il secondo piano destinato ad accogliere mostre ed eventi culturali, come le ghiacciaie recuperate per ospitare installazioni d’arte.
Il lab del formaggio, Baronetto e Scabin
Il Mercato Centrale come abbiamo imparato a conoscerlo a Firenze e Roma, invece, vivrà al primo piano dell’edificio, insieme alla scuola di cucina, un laboratorio didattico sul formaggio, un lounge bar. Vero fulcro del progetto saranno gli artigiani piemontesi che accetteranno di far parte del circuito, come Beppino Occelli, che sarà pure responsabile del laboratorio caseario. Ma le guest star del caso (anticipate dal Corriere della Sera) risiederanno al pian terreno, con due idee di ristorazione street food d’autore formulate per l’occasione: Matteo Baronetto, e con lui Michele Denegri proprietario del Cambio, hanno scelto di sposare l’iniziativa di Montano con un progetto legato alla Farmacia del Cambio. Mentre per Davide Scabin l’esordio in centro città passerà per l’ideazione di un concept inedito – Mondo Scabin – incentrato sulla condivisione di piatti d’autore per tutte le tasche. Soddisfazione per l’intesa la esprime l’assessore al commercio Alberto Sacco: “Sono certo che, dal prossimo anno, artigianato locale, scuola di cucina, attività commerciali, eventi culturali e spazi aggregativi faranno del Centro Palatino una delle mete più frequentate dai visitatori”. La speranza che il Palafuksas possa finalmente trasformarsi in una meta d’attrazione turistica della città torna ad accendersi.
a cura di Livia Montagnoli
foto L&M