“Se fossi un vino sarei un primitivo: deciso e di gran carattere”. Con questa massima il trentaquattrenne Fabio Cascione si è presentato a The Apprentice, il talent di Sky dedicato ai manager che vogliono mettersi alla prova. A giudicarli un severissimo Flavio Briatore che al vincitore offrirà un contratto di un anno a sei zeri. Ma perché ci occupiamo proprio di lui e non di tutti gli altri? Perché Cascione è l'unico, tra i concorrenti, a lavorare nel mondo del vino. Gli altri sono avvocati, manager del lusso o organizzatori di eventi internazionali. Lui è l'unico che dopo un percorso formativo all'estero ha scelto di tornare in patria per occuparsi di una delle eccellenze della sua terra, la Puglia. È passato da un master a Londra a lavorare per la Mercedes negli Stati Uniti, poi si è dedicato ad altri settori, ma evidentemente il richiamo della sua terra è stato più forte ed è tornato. Ma la scelta non è stata solo emotiva. Fabio Cascione non ha deciso di abbandonare le prospettive di grandi guadagni solo per, come ha dichiarato, “godersi il sole di casa”, bensì per un incarico nelle relazioni commerciali di una grande società come l'azienda vitivinicola tarantina Vigne&Vini. Azienda che, in questa circostanza, l'ha fortemente sostenuto nella nuova sfida televisiva con tanto di banner sulla home page.Insomma, la storia è curiosa e abbiamo deciso di chiedere anticipazioni sulla puntata che andrà in onda oggi 31 gennaio 2014 al diretto interessato. Il quale, ovviamente (le puntate sono registrate in anticipo) non ha potuto rilasciare dichiarazioni. Quello che possiamo dire è che, stando ai commenti pubblicati sul sito del talent, Fabio Cascione si è distinto tra i migliori in diverse prove, e che la sfida che lo attende riguarda le cantine Cà del Bosco. Gli abbiamo chiesto, quindi, di raccontarci i motivi che l'anno portato a metterci la faccia. “Mi sono sempre messo in gioco”, ha raccontato al Gambero Rosso, “anche se questo programma proprio non è un gioco. Qui non siamo partecipanti, ma candidati. La prima prova è stata superare le selezioni per essere ammesso”. Gli altri candidati erano 7000. “In palio non c'è un premio, ma un reale contratto di lavoro, firmato da Flavio Briatore”. E in merito alla decisione di rientrare dall'estero, dove ha avuto esperienze formative e professionali ha raccontato: “la Puglia è la mia terra, la fuga dei cervelli non fa altro che indebolirla. Io mi reputo solo un professionista che vuole sfruttare l'esperienza acquisita all'estero per fare qualcosa di buono nel mio paese. E il vino è un settore che ha grandi potenzialità, oltre a rappresentare una cosa cui tengo molto: non il lusso, ma l'eleganza”. Tutto bene, ma se l’eventuale vittoria lo porterà a lavorare in uno dei possedimenti di Briatore di nuovo all’estero obbligandolo a lasciare la sua azienda? Vedremo.
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