Le speranze del Lugana Doc, e più in generale del Garda meridionale, di vedere modificato il percorso dell'alta velocità ferroviaria sono riposte nella Regione Lombardia, che, a breve, siederà al tavolo del Cipe, chiamato a deliberare l'okal progetto definitivo e ad assegnare i fondi a Rfi per il primo lotto dei lavori. In quella sede, la Regione avrà diritto di voto e produttori vitivinicoli e operatori economici confidano che la posizione della Giunta Maroni rispetto all'attuale progetto non sia incondizionatamente favorevole.
In un faccia a faccia del 20 gennaio gli assessori Sorte, Terzi, Fava e Beccalossi hanno ascoltato per la prima volta le ragioni di chi chiede il potenziamento della linea ferroviaria esistente ("soluzione con impatto più sostenibile") invece della realizzazione di un nuovo tracciato, basato su un progetto "che risale a due decenni or sono", come sottolinea il presidente del Consorzio del Lugana, Luca Formentini. Gli assessori si sono impegnati, da un lato, a sostenere le principali ragioni del territorio alla riunione di Giunta di venerdì 23 gennaio, richiedendo di "rivalutare il progetto"; dall'altro, a costituire un tavolo permanente.
Nella migliore delle ipotesi, la giunta dovrebbe esprimere, in sede Cipe, la necessità di una revisione progettuale anche con una nuova valutazione d'impatto ambientale. A favore del progetto alternativo giocano anche le osservazioni sull'impatto ambientale dell'opera inviate al consorzio Cepav2 dalla Commissione ambiente della Camera. L'attuale progetto metterebbe a rischio 245 ettari di territorio agricolo, in gran parte vitato. Per il Lugana, considerando gli 11,5 milioni di bottiglie prodotte ogni anno, si stima una perdita di 12,5 milioni di euro all'anno, il 25% del fatturato.