Il crowdfunding civico di Milano
Progetti a impatto sociale in cerca di successo. Dritto al punto il Comune di Milano utilizza tutti gli strumenti in suo possesso per finanziare una politica sociale aperta all'iniziativa giovanile, alla riqualificazione delle periferie, all'integrazione. E dopo nove mesi di gestazione raccoglie i frutti del primo esperimento di crowdfunding civico, supportato dalla piattaforma Eppela, che sul cosiddetto sistema reward based – la ricompensa corrisposta a chi sceglie di sostenere un progetto – ha costruito una solida base di utenti pronti a entusiasmarsi per le idee di business più disparate. Come quelle selezionate dai mentori di Palazzo Marino, che ora potranno usufruire di un tesoretto di 660mila euro: 330mila sono i fondi raccolti tramite crowdfunding, il raddoppio è merito del contributo attivo dell'Amministrazione milanese, disposta a investire in progetti sociali e nuove start up. Qualche giorno fa, in occasione dell'incontro Nuove economie urbane e impact investing, l'assessore alle Attività Produttive Cristina Tajani ha presenziato davanti alla platea di docenti universitari, creativi, investitori, rappresentanti di Banca Etica riunita a Palazzo Reale. Incoraggianti i dati snocciolati: su 18 progetti proposti agli utenti del web, ben 16 hanno raggiunto la soglia minima di sostenibilità, e questo, per dirla con le parole dell'assessore “dimostra come oggi sia possibile, grazie al crowdfunding, ipotizzare scenari di finanziamento diversi dal contributo pubblico per supportare i progetti sociali e nuove start-up”. Con il Comune nel ruolo di intermediario che favorisce l'interazione, designando il crowdfunding come “amplificatore in chiave ‘social’ di idee, progetti e iniziative pensate da associazioni no profit e soggetti che nei prossimi mesi opereranno concretamente nel sociale per migliorare la vita dei milanesi”.
Pubblico e privato insieme. Tramite Eppela
Gli altri numeri dell'iniziativa: 1492 utenti privati hanno contribuito attivamente alla raccolta fondi, 154 sono gli interventi economici attivati da società private, associazioni, cooperative; e ognuno ha partecipato in misura della propria disponibilità economica, con 5 euro per la sottoscrizione più bassa raccolta, e ben 6mila donati da una cooperativa sociale al progetto Il cantiere dell'Ortica. Ma come è stato possibile centrare la maggiore parte degli obiettivi? Ogni progetto ha avuto a disposizione 50 giorni di visibilità su Eppela, sulla pagina valorizzata dal Comune di Milano: le idee imprenditoriali che hanno raccolto un finanziamento almeno pari alla metà dell’importo complessivo previsto per la propria realizzazione avranno diritto al contributo da parte dell’Amministrazione per la restante parte non coperta, fino ad un importo massimo di 50 mila euro per ogni singolo progetto. Un modello inedito e piuttosto singolare di cooperazione tra pubblico e “privato” che a detta dell'ad di Eppela Nicola Lencioni avrà futuro in tante altre comunità italiane. E tra i 16 progetti che hanno raggiunto il traguardo molti investono l'ambito alimentare ed enogastronomico (ma tra i più curiosi segnaliamo anche l'officina di falegnameria comunitaria e il cinema in corsia di Medicinema).
Start up e progetti agroalimentari
Come Ecolab, che vuole mettere in rete orti e coltivatori urbani per promuovere un'agricoltura sana e sostenibile. Luogo fisico e virtuale, il sistema si configura come mercato agricolo 2.0: da un lato localizza terreni e prodotti disponibili nell'area metropolitana di Milano, dall'altro aiuta chi lo desidera a creare un gruppo di lavoro, apprendere tecniche di coltura e partecipare a laboratori tematici con il supporto di oltre 300 professionisti provenienti dal settore della green economy. Poi c'è So Lunch, una piattaforma che si ispira alla filosofia del social eating per connettere “chi è a casa all'ora di pranzo, e cucina, con chi lavora nelle vicinanze, e vuole mangiare come a casa propria ovunque si trovi”. Una cucina diffusa che traccia ordini e pagamenti e si ripromette anche di favorire la socializzazione e l'integrazione. Pomodori Urbani, invece, è il progetto che finanzia la manutenzione dell'Orto giardino di Quarto Oggiaro (QuOrto), nello spazio di un vecchio parcheggio abbandonato. Ma è Facciamo la Festa alla Mafia il progetto simbolo di questa prima edizione di crowdfunding civico: 100mila euro raccolti per recuperare Casa Chiaravalle, un immobile confiscato alla criminalità poco fuori città con 6 ettari di superficie agricola e 3 ettari coltivati ad alberi da frutto da rilanciare. Dietro al progetto c'è il Consorzio Sistema Imprese Sociali, che guiderà alla realizzazione di un Giardino Accogliente a disposizione della comunità. L'idea è vincente, chi seguirà l'esempio di Milano?
www.eppela.com/it/mentors/comunemilano
a cura di Livia Montagnoli