Il Consorzio del Marsala perde il presidente e le Cantine Florio. Quale futuro?

23 Apr 2016, 14:00 | a cura di

Commenti e retroscena  sul caso che ha coinvolto il Consorzio siciliano. Dalle dimissioni di Giuseppe Ingargiola alla fuoriuscita delle Cantine Florio, una delle maggiori realtà produttive del gruppo. 


Le ultime vicende

È caos nel Consorzio volontario del Marsala: dopo le dimissioni di alcuni giorni fa del presidente Giuseppe Ingargiola, anche le Cantine Florio hanno appena annunciato la loro fuoriuscita. La notizia arriva tramite lettera inviata allo stesso Consorzio e ai soci dello stesso, firmata dal suo presidente e amministratore delegato Augusto Reina.

Dalla cantina (proprietà della gruppo Illva Saronno holding Spa, che comprende anche altri due marchi storici siciliani, Duca di Salaparuta e Corvo) fanno sapere che non c'è nessun retroscena dietro a questa decisione, ma che si tratta di una scelta dettata esclusivamente da esigenze interne: “Stare nel consorzio” fanno sapere a Tre Bicchieri “ormai ci richiedeva troppo tempo e impegno e non riuscivamo più a seguire questo compito nel modo giusto”. Ma, ci tengono a precisare, che nulla cambierà all'interno del gruppo e che continueranno a puntare sul Marsala: “Noi crediamo nel Marsala come sempre abbiamo fatto e continueremo a lavorare su questo vino e con il territorio”. Chiaramente non nascondono il nesso tra questo addio e le dimissioni di Ingargiola, visto che l'ex presidente, eletto nel 2009 alla guida del Consorzio, dirige il settore delle Risorse umane proprio all'interno delle Cantine Florio.

Ma la domanda che adesso in molti si pongono, è cosa ne sarà del Consorzio, considerando che a questo punto rimarrebbe orfano di una delle sue realtà più grandi e produttive.

Le prospettive future

Attualmente, infatti, al suo interno ci sono meno di dieci aderenti (nel tempo anche altre realtà storiche hanno preferito prendere altre strade) ma, tolte le Cantine Florio, le altre che hanno un certo peso produttivo sono la Carlo Pellegrino, la fratelli Lombardo e la Vinci Vini. A questo si aggiunga che il Consorzio vive soprattutto delle quote degli associati. Per cui la domanda è d'obbligo: si andrà verso lo scioglimento? Dal Consorzio, fondato nel 1963, al momento preferiscono non rilasciare dichiarazioni. Anche se alla stampa locale il vicepresidente Benedetto Renda(che è anche l'amministratore delegato della Carlo Pellegrino), si dice preoccupato, ma anche fiducioso nel poter ricucire i rapporti tra le Cantine Florio e il Consorzio.

Tra i nodi da sciogliere c'è la discussione in corso tra i produttori sulle regole di produzione. A tal proposito, altre dimissioni poco chiare erano state, qualche settimana fa, quelle dell’assessore all’Agricoltura del Comune di Marsala Nino Barraco (produttore anche lui) dopo aver proposto di modificare il disciplinare per dotare il Marsala anche del marchio Docg senza per questo eliminare la Doc, magari puntando sulla versione pre-british del prodotto . Tra le sue proposte anche l'apertura alle cantine cooperative e ai conferitori “Proposte
spiega a Tre Bicchieri Barraco “che volevano risollevare le sorti del Marsala, ormai purtroppo relegato ad un vino da cucina, ma che hanno incontrato il secco no di tutto il Consorzio. E per questo ho deciso di dimettermi. Mi auguro” continua “che questa mossa delle Cantine Florio possa essere un incentivo ad aprire questo vaso di Pandora e capire se ci sono ancora le basi per rilanciare questo vino e ripartire in modo diverso”. Sarà su queste trattative che si giocherà il futuro del Consorzio di Marsala?

 

a cura di Loredana Sottile

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