Il Sud del mondo ospita più di tre quarti dei produttori di biologico
L'aggiornamento al 2015 mostra una comunità che conta 2,4 milioni di operatori del settore, ben il 7,2% in più rispetto all’anno precedente. Guardando alla classifica, l’India conferma la sua posizione di testa (585.200), seguita da Etiopia (203.602) e Messico (200.039). Dati che non solo scardinano la vecchia concezione che lega il biologico all’idea di un tipo di coltivazione elitaria, ma che mettono in luce il valore del bio come strumento concreto volto al miglioramento della qualità di vita degli agricoltori, garantendo concretamente lo sviluppo della sicurezza alimentare, della crescita economica, della tutela ambientale e della salute dei Paesi in via di sviluppo. Lo conferma anche Paolo Carnemolla, presidente di FederBio, federazione nata nel 1992 per iniziativa di organizzazioni di tutta la filiera dell’agricoltura biologica e biodinamica, riconosciuta quale rappresentanza istituzionale di settore nell’ambito di tavoli nazionali e regionali: “L’agricoltura biologica gioca un ruolo fondamentale nei Paesi in via di sviluppo soprattutto in aree caratterizzate da scarsità di risorse dove piccole unità familiari sono legate a una gestione tradizionale della terra. È stato dimostrato come in queste zone l’agricoltura biologica sia più efficiente non solo per i costi più bassi determinati dal reimpiego delle sementi e dalla rinuncia a fertilizzanti chimici e pesticidi, ma anche per rese uguali e superiori all’agricoltura convenzionale nel lungo periodo. Rese che sono conseguenza del ripristino della sostanza organica nel terreno, in grado anche di diminuire l’impatto della siccità e di contrastare la desertificazione”.
Il biologico. Un settore in crescita su tutti i fronti
Ampliando la prospettiva al mondo intero, il rapporto fotografa un settore in crescita su tutti i fronti: un mercato florido (75 miliardi di euro), l’ampliamento dell’estensione di terre coltivate (+14,7%) e l’aumento dei produttori (+7,2%) soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Qualche esempio concreto: nel 2015, la coltivazione biologica di avocado, frutta tropicale e cacao ha registrato una forte crescita in Africa. Il continente ha fatto notevoli passi in avanti grazie agli incentivi e alla pianificazione strategica del biologico supportata dell’African Union. La maggiore attenzione e consapevolezza hanno portato a un aumento delle esportazioni e al rafforzamento del mercato domestico. Anche sul versante Asia i dati seguono il trend: il continente ha registrato un’importante crescita del mercato interno. Dove la Cina detiene la leadership sia in termini di dimensioni del mercato (4,7 miliardi di euro) che per superficie agricola biologica (1,6 milioni di ettari). Infine, con il 13% delle terre globali destinate al biologico, l’America Latina è la terza area del mondo per entità di superficie dopo Oceania ed Europa. Qui, nonostante la crisi economica abbia ridotto sostanzialmente i supporti governativi all’agricoltura biologica, molte amministrazioni locali si sono date da fare per agevolare i produttori.
La conferma di WWF Italia
Una tesi anticipata e confermata nel forum internazionale di Expo “Il Biologico nutrirà il Pianeta” dove è intervenuto anche un rappresentante di WWF Italia: “Il biologico è l’innovazione agricola e alimentare più importante della fine del XX secolo, basata sulla riscoperta di un approccio ecosistemico, socialmente inclusivo ed economicamente resiliente per la produzione di alimenti e materie prime rinnovabili. I detrattori dell’agricoltura biologica sostengono che non potrà mai nutrire un pianeta di 9,6 miliardi di persone entro il 2050, il WWFItalia insieme a Federbio (la Federazione che riunisce le principali aziende della filiera del biologico in Italia) sono convinti del contrario”.
Il rapporto annuale “The World of Organic Agriculture: Statistics and Emerging Trends”: https://shop.fibl.org/fileadmin/documents/shop/1698-organic-world-2016.pdf