Per la Fao, Il 2021 è l’Anno Internazionale di Frutta e Verdura. Una celebrazione che cade nel decennio d’azione delle Nazioni Unite sulla nutrizione (2016-2025) e nel decennio di valorizzazione dell’agricoltura familiare (2019-2028), proclamato più di recente dall’Onu. E certo un accento che ben evidenzia l’impegno per il conseguimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile entro il 2030. Il logo scelto per rappresentare l’azione ha un vago sapore arcimboldesco, e si ricollega, neanche a dirlo, alla mascotte che nel 2015 identificò l’Expo milanese. L’AIFV 2021, spiega la nota ufficiale Fao, “rappresenta un’opportunità unica per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della frutta e della verdura per l’alimentazione umana, la sicurezza alimentare e la salute”; e gli obiettivi sono molteplici, perché l’operazione non si limiterà a illustrare i benefici di un consumo abituale di frutta e verdura, ma evidenzierà lo stato dell’arte dei processi produttivi, per progettare un futuro all’insegna della sostenibilità e della corretta gestione delle risorse, in funzione di una riduzione degli sprechi. Alleati fondamentali, in tal senso, saranno innovazione e tecnologia.
Gli obiettivi dell’AIFV 2021
Per questo la Fao si prefigge il traguardo di sensibilizzare l’opinione pubblica attraverso un ricco calendario di iniziative istituzionali che si protrarranno per i prossimi dodici mesi, nel segno di una condivisione di buone pratiche. Questi, i punti da approfondire: la promozione del consumo e della produzione sostenibile di frutta e verdura che contribuisca ai sistemi alimentari sostenibili; la sostenibilità di stoccaggio, trasporto, commercio, lavorazione, trasformazione, vendita al dettaglio, riduzione degli sprechi e riciclaggio; l’integrazione dei piccoli agricoltori nelle catene di produzione locale, regionale e globale, riconoscendo il contributo della frutta e della verdura, compresi gli ecotipi e le varietà locali, alla loro sicurezza alimentare, nutrizione, mezzi di sussistenza e redditi; il rafforzamento della capacità di tutti i Paesi, soprattutto di quelli in via di sviluppo, di adottare tecnologie e approcci innovativi nel combattere le perdite e gli sprechi di prodotto. A questo proposito, la Fao ha sviluppato un documento di riferimento consultabile online (per ora solo in lingua inglese), che esamina tutti gli aspetti connessi alla produzione e al consumo di frutta e verdura, dal punto di vista nutrizionale, ambientale, sociale ed economico. In pillole, ecco le linee guida da considerare secondo la Fao quando ci si approccia a frutta e verdura:
Il valore nutrizionale
Per avere effetti benefici sulla salute si dovrebbero consumare almeno cinque porzioni (o 400gr) al giorno di frutta e verdura. Vanno introdotte nella dieta già a partire dai 6 mesi di età e mantenute come regolari componenti di una dieta sana lungo tutto l’arco della vita. Sono ottime fonti di fibre dietetiche, vitamine e minerali (per esempio, folato, vitamine A e C, potassio), e composti fitochimici benefici. Componenti essenziali di una dieta sana, frutta e verdura possono aiutare a ridurre i fattori di rischio per malattie non trasmissibili come sovrappeso/obesità, infiammazioni croniche, ipertensione e colesterolo alto.
Il valore agricolo
Rispetto ad altre colture, la coltivazione di frutta e verdura di elevata qualità può essere redditizia nel caso di piccoli appezzamenti di terra che richiedono un consumo ridotto di acqua e nutrienti. La pandemia ha dimostrato l’importanza di creare catene di valore brevi e inclusive, anche con riferimento alla produzione ortofrutticola, al fine di garantire opportunità di mercato migliori per le aziende agricole a conduzione familiare e per le zone periurbane.
La filiera ortofrutticola
L’elevata deperibilità della frutta e della verdura impone la massima attenzione per il mantenimento della loro qualità e salubrità tramite trattamenti adeguati lungo tutta la catena di fornitura, che va dalla produzione al consumo, al fine di ridurre al minimo perdite e sprechi. L’innovazione e il miglioramento delle tecnologie e delle infrastrutture sono fondamentali per aumentare l’efficienza e la produttività delle catene di fornitura.
La battaglia antispreco
Fino al 50% di frutta e verdura prodotte nei Paesi in via di sviluppo va perso nella catena di approvvigionamento, ossia tra il momento della raccolta e il consumo. Per produrre un’arancia possono essere necessari fino a 50 litri d’acqua. La perdita di frutta e verdura rappresenta quindi uno spreco di risorse sempre più scarse come il suolo e l’acqua. Un volume ingente di prodotti ortofrutticoli che sarebbero perfettamente adatti per il consumo umano viene sprecato lungo la filiera alimentare a causa di difetti fisici o estetici (qui abbiamo raccontato il progetto controcorrente di Bella Dentro).