Ex pugile di buon livello, instancabile viaggiatore, appassionato di Leonardo da Vinci, di fotografia e di canto lirico; ma anche direttore di giornale per un giorno (del quotidiano Bresciaoggi) e volto televisivo (la notorietà arriva grazie a MasterChef e alla trasmissione Il più grande pasticcere) con all’attivo un imitatore ufficiale (Fabio De Luigi) e una legge che porta il suo nome. Scorrendo le pagine di Giorni, mesi, anni di una vita intensa (Baldini+Castoldi) si scopre un Iginio Massari inatteso e inaspettato, ma si va anche a ritroso riassaporando il senso dolce amaro del raggiungimento degli obiettivi, la gioia del traguardo e la contemporanea infelicità di averne già superato il limite. Il pasticciere è stato premiato con le Tre Torte d'Oro dalla guida Pasticceri & Pasticcerie 2025 del Gambero Rosso.
L’anima e la storia di Iginio
Nello scrivere la sua autobiografia l’osannato Maestro dell’arte bianca scava dunque nella memoria, a tratti anche dolorosamente, e dopo aver firmato più di 200 libri a tema pasticceria (tra cui L'altro Massari, edito dal Gambero Rosso), alcuni considerati una Bibbia dai colleghi, e aver collezionato oltre 300 titoli tra premi e riconoscimenti vari, mette a punto un’opera in cui a far da sfondo c’è la storia della pasticceria e al centro la sua anima e la sua storia. «Più volte ho iniziato a scrivere la mia autobiografia ma puntualmente mi sono fermato. Ora, invece, in questo esatto momento della mia vita, ritengo che scrivere parte dalla mia storia rimarrà una testimonianza del mio vissuto, sia per chi mi volesse emulare, sia per chi volesse evitare un’esperienza simile alla mia. So benissimo, però, che nel descrivermi dovrò cercare di trasmettere il più fedelmente possibile quello che è stato ed è tuttora Iginio Massari».
Indietro nel tempo
«Appoggiando le mani sulla mia fronte sento tutte le mie rughe, i segni del tempo passato che tanto vorrei raccontare». Il libro parte proprio dai racconti di infanzia, torna nella Brescia dell’immediato dopoguerra e si dipana tra i tanti ricordi legati alla famiglia d’origine, a mamma Rachele e papà Pietro. «Tra i tanti giorni della mia infanzia ho cercato i momenti che mi hanno toccato l’anima. Con la memoria sono tornato in quella trattoria gelateria nelle vicinanze della centrale del latte di Brescia dove qualche volta mi veniva concesso un permesso speciale: potevo scendere alle quattro del mattino, insieme a mia madre, per poterla assistere nell’apertura. Di questo locale tipico dei tempi che furono è viva in me l’immagine di una donna dai capelli raccolti che si muoveva veloce tra i tavoli: era mia madre. Ero un bimbo allora, ma forte e pieno di vitalità, mi sentivo invincibile forse perché, come Obelix che cadde in una pozione di liquido magico che lo rese invincibile, anche io caddi in una bacinella piena, però, di crema tepida di gelato alla vaniglia e cannella che mia madre stava preparando. In quell’occasione ho ricevuto la mia pozione magica che mi ha dato una gran forza».
Da povero emigrato a Maestro dei Maestri
La narrazione prosegue con l’esperienza di emigrante italiano in Svizzera, a seguito di un repentino cambiamento delle condizioni economiche della famiglia, e le mortificazioni derivanti dal sentirsi considerato cittadino di terza categoria. «Appena giunti in stazione con i miei genitori, mio fratello Gabriele e la sorellina Grazia, avvertiamo quell’aria particolare di perdita della speranza e del rispetto della nostra dignità. [...] Il tanfo di sudore, aglio e cipolle era il solo trionfo del nostro arrivo. Eravamo la "gente del Sud", come venivamo apostrofati! Vivere nella normalità non era facile, tutt’altro, era una conquista da raggiungere come primo obiettivo. All’inizio non lo avevo ben capito, mentre avevo percepito solo la grande ostilità nei confronti degli immigrati da parte di molti svizzeri».
Anni difficili sul piano personale che coincidono con le prime esperienze lavorative di un giovanissimo Iginio pasticcere-panettiere. «Le mie prime esperienze iniziano in un paesino del Nordest, Reconvilier, sito nel Jura bernese, poco distante da Malleray-Bévilard». Si alzava alle due e trenta del mattino, per terminare quasi tutti i giorni alle venti. «Il proprietario, Doriot, era un uomo di grande umanità, con mille problemi esistenziali che, dopo la morte della moglie, si accentuarono. Iniziò a bere vino in quantità distruttive e a addormentarsi sul tavolo della cucina, con il sigaro toscano sempre acceso». Lì impara a cuocere nel forno a legna, in particolare in occasione della festa del paese, la Foire de Chaindon: «Nella nostra pasticceria panetteria, in due giorni si producevano e si vendevano 5mila torte al formaggio, intere o a porzione, del diametro di ben sessanta centimetri, cotte in tortiere rivestite di pasta brisée, realizzate principalmente con formaggio Emmenthal, latte fresco, uova, sale e un po’ di spezie».
da lì in poi saranno tantissimi i laboratori che spalancheranno le porte a questo stimato professionista – dedito, competente, precisissimo – molto ricercato anche dall’industria (decisive le tappe alla Bauli o alla Star) che colleziona esperienze su esperienze, successi su successi, fino ad arrivare alla creazione, nel 1971, della sua Pasticceria Veneto e alla successiva ideazione di un brand il cui futuro è oggi nelle mani dei figli di Iginio e Mary: Debora e Nicola. «Intraprendere questa professione che mi ha tanto appagato è stata una mia scelta ben precisa. I miei genitori volevano che studiassi da medico, ma sotto casa della nonna c’era un bravissimo fornaio che tutti i giorni sfornava delizie con profumi fragranti e stuzzicanti, con quella farina candida come la neve che mi era penetrata fino al midollo. Era un panificio quasi fiabesco e se una certa dose di magia serve a chi deve decidere cosa farà da grande posso affermare che io lì l’ho ricevuta più volte. Anche mia madre ha contribuito alle mie scelte: lei che ha sempre detto che chi ha l’intelligenza nelle mani non può essere sprovvisto di intelletto».
Sognava una guida
A Massari va anche il merito di essere stato il primo e per molto tempo l’unico pasticcere a comprendere il valore della comunicazione e ad usarla sfruttando tutti i canali a disposizione. L’essere visionario sul fronte comunicativo sicuramente è costato al maestro più di qualche ingiuria e cattiveria gratuita (pubblicate a mezzo social), ma ha contribuito a tenere sempre accesi i riflettori sulla sua pasticceria Veneto, che per dieci anni consecutivi è stata al primo posto della classifica stilata della guida Pasticceri&Pasticcerie del Gambero Rosso che le ha poi tributato le ambitissime Tre Torte d’Oro. «La nascita di una guida dedicata al settore è stata molto importante per noi pasticceri. Io, infatti, ho sempre pensato che l’opinione espressa pubblicamente da un opinion leader potesse dare valore alla nostra professione, generando spazi sugli organi di informazione; oltre a dimostrare che anche nel nostro ambiente sono premiati la ricerca, l’amore per il lavoro quotidiano, la cura rivolta alla qualità e l’attenzione costante alla clientela. Certo la guida ha anche evidenziato quanto il nostro settore sia ancora troppo ancorato alle tradizioni nel corpo, nell’anima e, purtroppo anche nei prezzi. Ma questo è un altro discorso…»
La ricerca continua
“Giorni, mesi, anni di una vita intensa” racconta una vita condivisa con tante persone e trascorsa in laboratorio, si sofferma sull’evoluzione della tradizione dolciaria ed è intervallata da tante riflessioni, anche dal sapore amaro, come quando il Maestro, da sempre convintamente a favore del progresso e del supporto che la tecnologia può dare all’uomo, si sofferma sul ruolo dell’intelligenza artificiale esprimendo la paura che venga superato il limite, “quel limite che ci fa sentire umani, che dà senso alla nostra esistenza restituendoci un fine da realizzare e non un infinito eccesso di esperienze da compiere”. Ma non solo episodi, perché ad arricchire le pagine di questa autobiografia anche poesie e racconti scritti da Massari nel corso della sua vita, come quello che rivela che sarebbe stata una divinità egizia a svelare a un bambino del nome fuori dal comuni, Iginio per l’appunto, come fare per tramutare in un paradiso di dolcezza quel panettone diventato poi un introvabile oggetto del desiderio. E ora che il libro è cotto, che è stato tolto dal forno, il prossimo obiettivo di un instancabile Massari alla soglia degli 83 anni è dedicarsi alla ricerca e alla nuova era del mondo del dolce.