Dieci anni di Identità Golose. E il successo del formato online
È l'anno delle donne, quelle che scrivono e lavorano col cibo, in casa Identità Golose. A loro sono affidate Le Storie di Gola 2017. Ma la guida curata da Paolo Marchi è molto di più. Quest'anno festeggia i dieci anni di vita (ideata poco dopo il congresso gastronomico milanese), e il successo di una svolta intrapresa coraggiosamente l'anno scorso, che ha premiato a tal punto da confermarsi strada certa e vincente: fruibile online, e gratuitamente, anche l'edizione 2017 si preannuncia ricca di spunti e suscettibile di aggiornamenti costanti, favoriti dal nuovo formato. E se consideriamo il fatto che pur nell'agilità (necessaria e inevitabile) dell'approccio online la guida continua a nutrirsi di sezioni speciali e contenuti narrativi di qualità, l'esame con il futuro sembra essere decisamente superato (“una guida online non invecchia mai”, continua a sostenere convinto Paolo Marchi). Buona la prima, quindi, e largo alla seconda: quest'anno la guida ai ristoranti d'autore in Italia e nel mondo recensisce 786 insegne in 36 Paesi, con il contributo di oltre 90 autori da tutto il mondo. E la filosofia è la stessa di sempre: nessun voto o punteggio, ma solo le belle storie delle tavole che meritano una sosta, corredate da 14 racconti che confluiscono nella sezione Storie di Gola per restituire il senso del viaggio gastronomico e la curiosità di scoprire nuove prospettive e tradizioni culinarie. Quest'anno, come dicevamo, la parola spetta a 14 penne femminili, e la sezione si tinge di rosa grazie al contributo di chef, giornaliste e addette ai lavori che raccontano la propria città o la scoperta di luoghi sorprendenti alla ricerca di nuove emozioni di gola. Così la lettura trascorre tra la Milano di Viviana Varese e Sandra Ciciriello, la Bari di Sonia Gioia e la Roma di Laura Mantovano, tra la Manila di Margarita Forès e la Kiev di Marina Mayevska; mentre Camilla Baresani e Sara Porro si divertono a raccontare rispettivamente San Francisco e Lima. Mete gastronomiche che valgono il viaggio, come tutte le insegne presenti in guida.
Le migliori tavole, le Giovani Stelle
A cominciare dalle tavole d'Italia (545 in totale), dove il primato spetta alla Lombardia, con 117 schede, di cui 64 solo a Milano. Ma anche Piemonte, Toscana, Puglia e Sicilia si confermano regione vivaci e dinamiche; mentre oltreconfine spiccano le prove di Barcellona, Londra, New York e Parigi. Riflettori puntati anche sulle Giovani Stelle, i tredici premi under 40 (ma i giovanissimi più meritevoli sono tutti elencati nella sezione Chef 20 anni) assegnati ai volti che più si sono distinti nell'ultimo anno. Tra loro la palma di miglior chef spetta a Matteo Baronetto del Cambio di Torino, mentre contraltare femminile è la giovanissima siciliana Martina Caruso, che negli ultimi mesi ha raccolto il pieno di riconoscimenti, compresa la medaglia come Miglior chef emergente per il Gambero Rosso. Stessa sorte per il pastry chef del St.Hubertus Andrea Tortora, miglior pasticcere per Identità Golose come per il Gambero Rosso. Miglior sous chef (di Andrea Berton) è Claudio Catino, miglior maitre Barbara Manoni (Casa Perbellini), miglior sommelier Gianni Sinesi (in forze al Reale di Niko Romito), famiglia della ristorazione per eccellenza quella degli Abbruzzino. Mentre la sorpresa arriva da Sud, dalla Lecce dei fratelli Pellegrino, meglio conosciuti come Bros. Tra le stelle anche Zuma, per la più convincente carta di vini e distillati, Diego Rossi, chef di Trippa a Milano, per la birra in cucina, Metamorfosi di Roy Caceres per il cestino del pane, componente sempre più apprezzata per valutare una valida proposta d'autore. Sul versante internazionale, invece, non ce n'è per nessuno: Virgilio Martinez, chef superstar dal Perù, è il miglior chef straniero.
a cura di Livia Montagnoli