Vini complessi, sapidi, minerali, la vite ha sempre trovato sui suoli vulcanici un ambiente ideale in cui svilupparsi, eterogeneità di microelementi e notevoli escursioni termiche tra giorno e notte che favoriscono la maturazione fenolica delle uve e ne caratterizza il colore e il profilo gustativo. Comuni denominatori che, lo scorso luglio, hanno invogliato ben undici consorzi e cento cantine di tutta la Penisola a unirsi sotto un unico marchio collettivo, Volcanic Wines, che prende il posto del format Vulcania, ideato dal Consorzio del Soave cinque anni fa. Ben rappresentata tutta l'Italia che di vulcani ne vanta parecchi: ci sono i vini del Soave, le denominazioni Lessino Durello, Gambellara, Colli Euganei, Bianco di Pitigliano e Sovana, Orvieto, Frascati, Campi Flegrei, i vini della Tuscia, di Ischia, del Vesuvio, delle Eolie e dell'Etna. E c'è anche un'unica azienda sarda, quella di Mogoro (Oristano) che il 26 e 27 settembre ospiterà la seconda “uscita ufficiale” delle cantine unite nel collettivo Volcanic Wines. La prima si era tenuta nel complesso vulcanico dei vulsini, tra Montefiascone, Pitigliano e Orvieto.
“Semidano è il vitigno principe del territorio di Mogoro” dice Giuseppe Carrus del Gambero Rosso che presenterà i Tre Bicchieri del Puisteris vino simbolo della Cantina di Mogoro. “Ci troviamo in un territorio unico che regala al vino tanta acidità, freschezza e mineralità grazie al territorio vulcanico. Inoltre il vino ottenuto è di grande longevità, il Puisteris va sul mercato dopo ben tre anni dalla vendemmia e rappresenta un grande vino sardo bianco da invecchiamento”.
A cura di Stefania Annese