Vaccino prioritario per i sommelier. La proposta in Francia
“È come se un musicista dovesse suonare senza i suoi strumenti”. È questa l’immagine evocata da Didier Fages, presidente del sindacato che in Francia rappresenta i sommelier, nel rivolgersi al presidente Macron e al premier Castex per ottenere priorità nella campagna vaccinale. In tutto il mondo, ancor prima che i vaccini fossero disponibili, il dibattito sulle categorie fragili cui garantire la precedenza nel calendario del piano vaccinale ha coinvolto diverse associazioni di lavoratori. Fatti salvi il criterio anagrafico e la necessità di vaccinare quanto prima il personale sanitario, ogni Paese ha poi scelto di procedere privilegiando l’una o l’altra categoria di persone a rischio: gli insegnanti, i lavoratori esposti a frequenti contatti con il pubblico, quelli costretti a trascorrere gran parte della giornata condividendo gli spazi con molti colleghi. Ma perché ora in Francia i sommelier rivendicano lo stesso diritto? All’origine dell’appello, sottoscritto tramite lettera formale inviata alle istituzioni, c’è uno dei sintomi più frequenti e studiati legati alla malattia: la perdita di gusto e olfatto.
La perdita di gusto e olfatto per un sommelier
Per un sommelier, non poter utilizzare questi sensi significa rinunciare, nella migliore delle ipotesi, a condurre un’analisi accurata del vino che sta nel bicchiere. E nei casi più gravi, quando la perdita di gusto e olfatto si protrae a lungo, anche per mesi dopo la guarigione dal Covid, questa situazione determina una prolungata impossibilità di esercitare il proprio lavoro, con la preoccupazione aggiuntiva di non recuperare più le proprie capacità olfattive e gustative, inficiando dunque, per sempre, la possibilità di valutare un vino tramite analisi sensoriale. Un sondaggio condotto dall’Unione degli enologi di Francia interpellando oltre 2600 lavoratori del settore, la risposta rivela che il 70% di quelli che, tra loro, ha contratto il virus, è andato incontro alla perdita dell’olfatto; più della metà degli intervistati, invece, si è trovata alle prese con la perdita del gusto. Il 40% di questi professionisti, abituati quotidianamente a lavorare col naso nel bicchiere, non ha ancora recuperato completamente i propri sensi (alcuni, per esempio, sostengono di aver recuperato la sensibilità a cogliere i profumi più intensi, come quello dei frutti rossi, ma di avere ancora difficoltà nel percepire le sfumature legate a note agrumate).
La lettera al governo francese
Dunque ora la categoria chiede al primo ministro francese di “favorire l’accesso alla vaccinazione per i degustatori di vino”. “State somministrando dosi a lavoratori ritenuti essenziali, come insegnanti e agenti di polizia. Noi però abbiamo bisogno di saltare la fila per la nostra sussistenza, perché la degustazione è al centro della produzione del vino”, continua il testo della lettera inviata al governo, che si sofferma sull’importanza dell’enologo nel presiedere a ogni fase della produzione: “Dalla degustazione passano le decisioni intraprese in vigna e in cantina, dalla raccolta dell’uva all’imbottigliamento”. Se il tema della perdita di gusto e olfatto diventasse centrale nel ripensare le priorità della campagna vaccinale – anche se ciò sembra improbabile – anche altre categorie legate al mondo del cibo potrebbero rivendicare un accesso rapido alla somministrazione del vaccino. A partire dai cuochi professionisti.