Chi dice Torgiano pensa alla famiglia Lungarotti. Una storia radicata nel territorio di questa realtà rurale delle colline umbre che sposa la passione per l’eccellenza enogastronomica e la qualità dell’olio extravergine d’oliva locale e il vino prodotto dalle vigne della tenuta di famiglia, costituitasi in Fondazione per promuovere la cultura vinicola e olivicola. Qui, quarant’anni fa, sorgeva il MUVIT, Museo del Vino di Torgiano, che il New York Times ha recentemente definito il migliore museo a tema enologico in Italia.
Per celebrarlo, lo scorso 25 ottobre, il piccolo borgo medievale ha visto confluire accademici di fama internazionale che hanno preso parte al convegno sul tema “Il vino e la vite come paradigma delle diversità culturale tra Oriente e Occidente”, incentrato sul ruolo della viticoltura come nume tutelare della biodiversità nell’area mediterranea. All’incontro sono intervenuti tra gli altri il professor Attilio Scienza, il docente universitario armeno Baykar Sivazliyan, Antonio Calò (presidente dell’Accademia Italiana della vite e del vino), Gaetano Forni, direttore del Centro studi e ricerche per la museologia agraria. Perché proprio di uno straordinario esempio di allestimento museale forgiato sulle esigenze delle istanze culturali legate al mondo vinicolo si può parlare nel caso di questo spazio fondato e aperto al pubblico nella notte del 23 aprile del 1974 (quando tradizionalmente si accendono i falò propiziatori tra le vigne), da un’idea di Giorgio e Maria Grazia Lungarotti.
Attraverso reperti archeologici, collezioni di ceramiche, incisioni, testi antiquari e raccolte etnografiche, tra le sale del museo di Palazzo Graziani Baglioni si ripercorre la storia della coltura della vite e del vino, indagato in tutte le sue sfaccettature, per il suo valore economico, la sua interazione con la dimensione religiosa, le proprietà magiche e eccitanti attribuitegli in antichità, l’approccio produttivo che l’ha portato a diventare bandiera dell’eccellenza made in Italy. Laboratori, visite guidate e un approccio incentrato sull’interazione e la multimedialità ha garantito, insieme all’indubbia qualità delle collezioni esposte, il successo del museo che sin dall’inizio ha potuto contare sulla lungimiranza di Maria Grazia Lungarotti, storica dell’arte per formazione che ha selezionato con rigore scientifico le opere confluite a Torgiano.
Quarant’anni di attività già celebrati con il debutto a Vinitaly 2014 della limited edition di Rubesco Riserva Vigna Monticchio 2007 che reca sull’etichetta una delle opere più apprezzate della collezione del MUVIT: il piatto con satiro di Jean Cocteau.
MUVITÂ | Palazzo Graziani Baglioni, Corso Vittorio Emauele 31, Torgiano (PG) | Tel. 0759880200 | Per informazioni e orari d’apertura www.lungarotti.it/fondazione/muvit/index.php