I migliori barman d’Italia: Samuele Ambrosi del Cloakroom Cocktail Lab a Treviso

16 Lug 2019, 17:00 | a cura di
Conosciamo meglio Samuele Ambrosi del Cloakroom Cocktail Lab a Treviso. L'intervista.

Cloakroom Cocktail Lab a Treviso

Aperto quasi per scommessa nel 2013 in un minuscolo spazio che era il guardaroba di un negozio di vestiti (da qui il nome), è diventato il punto di riferimento in città per il bere miscelato. Il grande successo ne ha permesso l'ampliamento e ora il locale è diviso in main bar con il banco per la miscelazione e la gin room, paradiso per gli appassionati che vanta più di 350 etichette. Alla guida? Samuele Ambrosi insieme ai soci Livio Carruba e Mattia Pavan. Abbiamo intervistato Samuele, celebre bartender trevigiano.

Nome, cognome e data di nascita

Samuele Ambrosi, 1978.

Quando e come hai capito che saresti diventato barman?

L'ho capito fin da subito, più o meno da quando ho cominciato a dare una mano al locale di famiglia (il locale esiste ancora, è la Pizzeria Cavour a Legnago, ndr). Inizialmente mi piaceva anche stare in sala, infatti mi sono fatto un sacco di stagioni estive ad Asiago e St. Moritz, poi però mi sono reso conto di quanto mi affascinasse l'approccio che ha la clientela nei confronti di chi sta dietro al bancone.

Cosa ti affascinava esattamente?

L'interattività con il cliente e la possibilità di personalizzare le proprie creazioni, poi dietro ai cocktail c'era un mondo affascinate da studiare.

Ed è così che hai cominciato a studiare.

Ho fatto praticamente tutti i corsi possibili! Scherzi a parte, tra Aibes, Onav, Ais e chi più ne ha più ne metta, ho cercato di approfondire quante più materie prime possibili.

Che studi gavetta hai fatto?

Dopo essere stato in Svizzera circa tre anni, nel '98 sono tornato per formarmi meglio e poi sono volato a Londra per lavorare a Le Meridien Piccadilly di Londra, dove ho seguito varie aperture. Dopodiché sono andato in Francia e a Copenaghen, al K-Bar e da Ruby.

Poi sei tornato in Italia.

Sì, mi si è presentata l'opportunità di seguire il mega progetto del Castel Brando Hotel, una realtà di 25mila metri quadri molto interessanti. Nello specifico qui mi sono occupato dell'apertura del bar Donatello.

Nel mentre hai partecipato a varie competizioni, alcune vincendole – dal titolo Best Student e Best Team presso l’European Training centre di Karovy Vary in Repubblica Ceca all'Eagleaward presso la competizione mondiale di Singapore per il JWC Alumni The elite Bartender Course - secondo te hanno ancora senso di esistere?

Bella domanda! Oggi, è innegabile, c'è un abuso delle competition, ma rimangono utili principalmente per tre cose: per capire il tuo livello, per confrontarti con professionisti che hanno idee diverse dalle tue e perché ti danno la possibilità di essere notato dai professionisti locali e dalle aziende, che magari poi in futuro ti offriranno delle opportunità.

Il consiglio, dunque, è quello di partecipare. Altri consigli da dare ai giovani che vogliono intraprendere la tua strada?

Non guardate la componente economica e fate più esperienze possibili, senza necessariamente cercare il nome blasonato. Cercate piuttosto la professionalità di chi vi affiancherà. Stesso discorso se dovete seguire dei corsi.

In che senso?

Prima di buttare via soldi e tempo, informatevi su chi sarà il vostro trainer, che esperienze ha fatto, che lavori ha avuto. Se tiene un corso sul tequila e non è mai stato in Messico, un po' di dubbi fateveli venire!

Quando avete aperto Cloakroom Cocktail Lab?

Nel 2013.

Cosa ha di speciale? Perché un cliente dovrebbe venire da voi?

La nostra forza sta nell'ospitalità e il nostro scopo è far sentire a proprio agio il cliente.

Come?

Senza essere servizievoli, cerchiamo sempre l'interattività, il che ci consente di raccontare la nostra idea di lavoro.

Qual è la vostra idea di lavoro?

Per noi la qualità, delle materie prime e delle tecniche utilizzate, è inevitabile, insindacabile, ineluttabile. Solo così rimane indelebile.

Autodefinisciti in tre parole

Testa di c...o si può dire?!

No.

Ah okkay, allora: appassionato, ingestibile, rispettoso (del cliente e del mio lavoro).

Se dovessi scegliere tra il cliente e il tuo lavoro?

Sceglierei il mio lavoro. Prima però farei di tutto per spiegare al cliente il mio punto di vista.

Come?

Magari proponendo delle alternative a una sua richiesta infattibile.

Il tuo cocktail preferito?

Vi stupisco con il Southside, oggi è il cocktail che più mi rappresenta.

Il tuo prodotto preferito?

Gin.

Qual è la moda nel settore della miscelazione che proprio non sopporti?

Gli eccessi, il portare tutto all'estremo.

Dopo mezcal e pisco, quale sarà il nuovo trend?

Credo profondamente nella grappa, e il pisco, in questo, ha aperto la strada. Anche i fermentanti sono diventati una presenza costante nella miscelazione moderna.

Indirizzi dove andare a bere a Treviso?

Al Dazio Garden Bar e da La Pace. Sì, ok, quest'ultimo è sempre mio ma vi assicuro che si beve bene!

Drink di Cloakroom per Sanbittèr

Drink di Cloakroom per Sanbittèr

Che cocktail hai creato per Sanbittèr?

Il Samba Punch.

Raccontaci come ci sei arrivato

L'idea era di fare un drink alternativo che avesse una connotazione fresca, tropicale, e che al tempo stesso avesse note acide (non aspre) per equilibrare la dolcezza generale.

La ricetta

Lemon & grapefruit sherbet, succo di pompelmo rosa, Rum Diplomatico Mantuano, liquore Strega e Sanbittèr rosso.

 

Bar d’Italia del Gambero Rosso 2019 - euro 10,00 - La guida è acquistabile in edicola e libreria ed è disponibile online

Cloakroom Cocktail Lab – Treviso – via Monte di Pietà, 4 – 0422579972 - 3487289953 - cocktaillab.it

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