Street food made in Italy a New York
Di inaugurazioni legate al mondo del cibo, a New York, se ne contano decine ogni settimana. Figurarsi quando si parla di street food, in una città dove gli hot dog convivono con i tacos, il pollo fritto, i ravioli cinesi, la pizza al trancio, e chi più ne ha, più ne metta. Anche le specialità italiane, spesso per merito di connazionali che provano a reinventarsi dall’altra parte dell’oceano – e la storia, lo sappiamo, ha radici antiche – sono ben rappresentate nelle food hall cittadine e sui food truck, come pure nei locali tematici che rinnovano l’orgoglio gastronomico made in Italy. La storia di I Love panzerotti, non certo il primo investimento a New York sulle potenzialità del calzone fritto pugliese, però, assume i contorni di una favola dei giorni nostri, a lieto fine. Anzi, con margini di crescita importanti.
I Love panzerotti. Il progetto che nasce dal crowdfunding
Il primo locale dell’insegna ha aperto un paio di settimane fa al numero 220 di Varick street, Greenwich Village, e propone, come prevedibile, una selezione di panzerotti ripieni, salati o dolci, pure nella variante vegana, o con la Nutella e pistacchio e ricotta. Dietro c’è l’idea imprenditoriale di due cugini di Concorezzo (MB), Angelo Magni e Giovanni Bonati, che in sei mesi hanno strutturato un progetto capace di coniugare ambizioni di guadagno e solidarietà. Anche per questo il ricorso allo strumento del crowdfunding per raccogliere la cifra necessaria ha iniziare con fiducia l’attività si è rivelato una mossa vincente, che oggi fa di I Love panzerotti una corporate, cioè una sorta di società per azioni, con le quote ripartite tra i circa 100 soci che per primi hanno scelto di devolvere il proprio contributo alla causa, investendo dai 1000 ai 60mila dollari nell’iniziativa (ad Angelo e Giovanni restano le azioni con diritto di voto di controllo). Il primo round di crowdfunding, lanciato su Facebook, ha raccolto 200mila dollari in due settimane. Nelle successive, si è arrivati alla cifra di 580mila euro. Tanto è servito per mettere a sistema l’apertura dei primi due locali a New York, cominciando dal punto vendita di Greenwich Village, che concretizza tutte le buone idee in nuce al progetto.
Solidarietà, tecnologia e condivisione social
Come la decisione di sostenere le associazioni che aiutano i bambini in difficoltà: per ogni panzerotto venduto, dieci centesimi di dollaro finiscono a Mary’s Meals, ong che si occupa dell’educazione e del sostentamento dei bimbi nel Sud del mondo. Anche a questo fa riferimento il simbolo grafico dell’impresa, un cuore giallo che campeggia sul muro in mattoni bianchi del primo locale. Dietro, però, c’è anche un grande dispiego di mezzi tecnologici e digitali, per rendere l’esperienza inclusiva e interattiva, nell’epoca in cui la condivisione sui social network può fare la differenza persino nel decretare il successo di un’attività. Uno dei due soci, Giovanni, d’altronde, è ingegnere elettronico. E per I Love panzerotti ha studiato un sistema di proiettori laser che raccontano con filmati proiettati sulle pareti il territorio italiano, le sue tradizioni gastronomiche e il processo produttivo dei panzerotti. A questo si aggiungono le foto scattate dai clienti, e condivise con l’hashtag di riferimento.
Il menu. Panzerotti e birra artigianale
Il prodotto, invece, per stessa ammissione di chi ha deciso di esportare il panzerotto pugliese a New York, patendo però dal Nord Italia, è ispirato dal milanesissimo forno Luini, da molte generazioni patria del panzerotto nel capoluogo lombardo. Da I love panzerotti la lievitazione dell’impasto va avanti per 72 ore, la produzione non si ferma mai; per la farciture si utilizzano prodotti di importazione italiana, mozzarella, tartufo, salame. Le alternative in menu sono una ventina, dal classico pomodoro e mozzarella alla parmigiana di melanzane, al ripieno cosmopolita che mette insieme ‘nduja, peperoncino jalapeno, mozzarella e miele. Ma c’è anche il panzerotto a forma di cuore, signature della casa. Prezzo medio per un panzerotto: 8 euro (9-10 per la variante a cuore). Da bere, la birra bergamasca, artigianale, di Elav.
La crescita del brand e il franchising
L’obiettivo, anche grazie al secondo round di crowdfunding che ha fatto salire la cifra a disposizione al milone di dollari, è quello di aprire entro l’anno altri quattro locali, distribuiti tra il Lower East Side, Midtown e l’Upper East Side. Lavorando al contempo sulla costruzione di una rete di franchising capillare, estesa in tutti gli Stati Uniti, con il contributo di un nuovo socio di peso che si è unito in corsa, Davide D’Andrea Ricchi, già responsabile dello sviluppo del progetto Eataly nel mondo. Insomma, non semplicemente un’idea fai da te per esportare lo street food italiano nel mondo, e piuttosto un progetto d’impresa che mixa con sapienza campanilismo, innovazione tecnologica, strategie efficaci di marketing e comunicazione, attenzione al sociale. Vedremo se il mercato americano saprà farsi conquistare dai panzerotti social di Angelo e Giovanni, che già sono additati come esempio di lungimiranza imprenditoriale in occasione di congressi e incontri sulle opportunità d’impresa e sulla valorizzazione del made in Italy nel mondo.
I Love panzerotti – New York – 220, Varick street – dalle 11 alle 23, chiuso la domenica - www.ilovepanzerotti.com