La crisi venezuelana
Non è il solito esercizio di stile sulle pietanze del ricettario segreto di famiglia l'operazione documentata dal fotografo della Reuters Carlos Garcia Rawlins, che denuncia proprio attraverso il cibo che arriva in tavola ogni giorno la drammatica crisi economica venezuelana. È la storia amara di una nazione sull'orlo del baratro di fronte al crollo del prezzo del greggio, di un popolo in miseria per una serie di provvedimenti politici, sociali ed economici poco accorti: negli anni di presidenza, prima di cedere il passo a una grave forma di tumore, il leader socialista Hugo Chavez aveva destinato parte dei proventi ricavati dalla vendita del petrolio – principale risorsa dell'economia nazionale – a sostegno di programmi di sostegno statale per poveri e famiglie indigenti. Poi, il crollo dei prezzi, cronaca dei giorni nostri, che ha colto impreparato l'attuale presidente Nicolas Maduro, impegnato a fronteggiare contemporaneamente una grave crisi energetica, e costretto a varare importanti misure d'austerità. E via a tutte le considerazioni in merito ai deficit di un sistema basato esclusivamente sullo sfruttamento del petrolio, sottoposto ad altissimi tassi d'inflazione e alla mercé del più banale imprevisto. Risultato: recessione conclamata. E oltre 30 milioni di cittadini costretti a sopravvivere in povertà, impossibilitati a comprare latte, uova, carne e prodotti di sussistenza. Spesso costretti a saltare i pasti, nella difficoltà di mettere in tavola pranzo e cena e garantire ai propri bambini un'alimentazione nutriente.
Frigoriferi vuoti, niente carne, riso per tutti. Mangiare in tempo di crisi
I sondaggi recenti parlano di un 12% della popolazione che ha rinunciato a nutrirsi almeno tre volte al giorno, e molti, per sopravvivere, si affidano a una dieta a maggioranza di carboidrati, più economici e facili da reperire. Riso soprattutto, per cercare di compensare la mancanza di proteine: la carne costa troppo, la moneta ha perso rapidamente valore e oggi i soldi in tasca bastano a malapena per assicurarsi la colazione. Questo è quello che hanno raccontato al fotografo venezuelano della Reuters le famiglie di Caracas che hanno accettato di aprire dispense e frigoriferi di casa, spesso desolatamente vuoti, all'obiettivo della macchina fotografica. Perché tutto il mondo non possa più rifiutarsi di aprire gli occhi davanti alla situazione venezuelana, scorrendo una dopo l'altra questa macabra sequenza di nature morte a tema gastronomico, svuotate di tutta la vitalità solitamente associata al cibo.
La famiglia di Alida Gonzalez – un marito e tre figli – per esempio, dovrà cercare di farsi bastare per non si sa quanti giorni mezzo chilo di pollo, cinque banane, il fondo di una bottiglia d'olio, un pacchetto di riso e un mango. Nella cucina di Rosa Elaisa Landez – tre bambini piccoli – di carne non ne è rimasta neanche l'ombra: pranzo o cena, l'unico piatto in tavola è sempre pasta. Sorti più o meno analoghe accomunano Yaneidi Guzman e le sue tre figlie e Douglas Sanchez, che ogni giorno sceglie se rinunciare al pranzo o alla cena e in frigorifero conserva gelosamente qualche ortaggio. Di riso e pasta vivono pure Romulo Bonalde e sua moglie. E le foto parlano da sole.
a cura di Livia Montagnoli