Adriano Rizzuto
Classe 1982, Adriano Rizzuto ha alle spalle una gavetta nordica, dapprima a Torino, dietro al bancone del bar del fratello, poi a Milano, in cui conosce Miguel, un barman cubano che gli trasmette la passione per il mondo della mixology, e infine a Londra, dove lavora nei migliori locali con Nicolas Saint Jean, fondatore dell’European Style del Bartending Europeo. Al termine di tanti giri, Adriano, nel 2013 torna nella sua Palermo, che non ha mai dimenticato. A lui si deve l'apertura del Close, un locale dall'atmosfera londinese, dove ha dato spazio a distillati poco conosciuti e consumati in Sicilia, puntando anche sulla valorizzazione dei prodotti del territorio, primi tra tutti gli agrumi. Un luogo, dunque, che ha trasmesso la cultura del bere miscelato, cinque anni fa ancora poco nota al di là dello stretto, giocando sulla memoria e le tradizioni dei palermitani: un approccio premiato dal pubblico e dalla critica, tanto da essere inserito nella nostra guida Bar d'Italia 2018 come uno dei migliori cocktail bar d'Italia, unico in Sicilia. Ciononostante Adriano non si è adagiato sugli allori, e ha scommesso nuovamente sulla sua città investendo soldi ed energie in un progetto di rivalutazione del centro storico, che negli ultimi anni sta accomunando diversi imprenditori illuminati della ristorazione (leggasi Good Company Sicily, che proprio qualche giorno fa ha inaugurato l'ultimo dei suoi molteplici progetti a ridosso della Vucciria, Aja Mola), attraendo così investitori disposti a scommettere a propria volta sulla rinascita culturale di Palermo, come Massimo Valsecchi, che a Palazzo Butera ha trasferito la sua collezione, avviando pure un sodalizio con Tasca d'Almerita. La nuova creatura di Adriano Rizzuto, invece, si chiama Hostel Drink&Hospitality, a due passi dalla Vucciria, precisamente in via dei Materassai.
Hostel Drink&Hospitality
Tutto nasce dalla storia della via, una strada storicamente importante, dove i Florio nel 1800 iniziarono la loro attività imprenditoriale con il commercio di aromi e droghe. “Oggi in pochi sanno dove è via Materassai, anche perché fino a poco tempo fa era in totale stato di abbandono, eppure un tempo è stata il fulcro di ogni attività commerciale. È per questo che, insieme ad altri imprenditori, stiamo cercando di restituirgli la giusta dignità”. Ora ai civici 11 e 13, in quella che fu la loggia di Vincenzo Florio, c'è un locale che omaggia la storia della famiglia e la sua sensibilità artistica, con una spiccata preferenza per lo stile Liberty. “Durante gli otto mesi di lavori abbiamo rivoluzionato gli spazi, rispettandone però la storia. Abbiamo riportato alla luce delle stupende maioliche, dei cassettoni del 1864 e altre bellezze architettoniche ritrovate nella struttura”. Sarà un locale di 150 metri quadri sviluppato su due piani, con due concept differenti. Il cocktail bar del piano terra, visibile dalla strada grazie alle enormi vetrate dal tema fiabesco, quasi fosse la hall di un ostello internazionale, con travi e mattoncini a vista, un po' stile londinese. “Qui dalle 6 alle 22 si spilla: il vino sarà spillato direttamente dalle botti, i cocktail dai balloon e le birre saranno ovviamente alla spina. Dalle 22 in poi l'atmosfera cambia e si parte con il rock and roll al piano di sopra, voglio far muovere i culi!”.
Un bar al servizio del cliente
Passategli il termine, ma l'obiettivo è proprio quello di allontanarsi dal concetto di cocktail bar patinato, nonostante per accedervi ci sia bisogno di un badge di tre colorazioni diverse, a seconda della durata e dei servizi inclusi. “Il badge è un modo per contenere il numero di persone dato che la sala ha solo 60 posti”. Dunque, una volta ottenuto, si salgono le scale in maiolica, si apre una piccola porticina e ci si trova di fronte un banco studiato al dettaglio dallo stesso Adriano, dietro al banco, però, ci sarà Giulia D’Alberto (con esperienze al Jerry Thomas Speakeasy di Roma), a preparare“cocktail classici, fatti come si deve”. Un'ultima domanda: perché Hostel? “Perché implica il concetto di ospitalità, che qui viene messa al primo posto. I nostri ospiti devono stare bene e basta. Il locale vuole infatti svincolarsi da qualsiasi tipo di targetizzazione, con l'obiettivo di essere un luogo aperto alla città”. Palermo ringrazia e continua a crescere in questa sua inattesa golden age di rinnovata civiltà, nuova imprenditoria, convinta qualità.
Hostel Drink&Hospitality – Palermo - via dei Materassai, 11/13 – apertura prevista: 20 luglio
a cura di Annalisa Zordan