Si aggiunge una nuova tappa alla diatriba che vede la Fipe contrapposta agli Home Restaurant. La Federazione Italiana Pubblici Esercizi chiede alle istituzioni, in un'audizione alla Camera dei Deputati del 19 gennaio, l'adozione di azioni a tutela dei consumatori e a difesa della regolamentazione fiscale e contributiva.
“Questa attività, così come esercitata oggi, è posta in essere al di fuori di ogni regola e quindi deve essere contrastata con decisione dalle autorità competenti” ha dichiarato il Direttore Generale della Fipe, Marcello Fiore “Alla luce di queste considerazioni, come Fipe sollecitiamo il Governo ad adottare misure che impediscano questo attentato alla salute pubblica e mettano freno ad una evasione fiscale e contributiva pressoché totale".
Un primo pronunciamento da parte delle istituzioni c'è stato con la risoluzione n. 50481 del 10 aprile 2015 del Ministero dello Sviluppo Economicoche considera gli Home Restaurant a pieno titolo come attività imprenditoriali. Sono passati 9 mesi da allora e “le istituzioni non hanno ancora tenuto conto di una serie di disposizioni il cui rispetto è fondamentale per un'attività di pubblico esercizio, in particolare per quanto riguarda profili di sicurezza e ordine pubblico” segnalano dalla Fipe. In quanto attività imprenditoriale, anche gli Home Restaurant devono sottostare a un regolamento. Invece a oggi mancano controlli preventivi, valutazioni di idoneità, certificazioni igienico sanitarie, esponendo i consumatori alla completa mancanza di garanzie nella fruizione di un servizio.
Gli argomenti (e i documenti) portati dalla Fipe a sostegno dell'esigenza di regolamentare queste attività sono tanti: dall'incidenza delle tossinfezioni alimentari - cioè di malattie legate al consumo di alimenti contaminati da microbi -in ambito domestico in Italia (dove in alcuni casi si arriva al 70%. L'Istituto Superiore di Sanità scrive: “A grandi linee e limitatamente ai dati disponibili (…) si può dire che i focolai epidemici correlati all’ambito domestico vanno dal 55% al 75% circa di quelli notificati”), alla mancata applicazione delle norme per la somministrazione di alcolici e delle leggi sul fumo. Oltre alle questioni legate alla sicurezza dei consumatori è l'aspetto contributivo, fiscale, previdenziale l'altro tema scottante: “nel complesso una totale evasione fiscale e contributiva” dicono ancora dalla Fipe.Tra gli altri, sotto osservazione è anche il ruolo di canali web che fanno promozione agli Home Restaurant beneficiando di commissioni.
In conclusione, Fipe ricorda a quali requisiti debba rispondere un'attività di ristorazione.
Requisiti per l'apertura di un locale: autorizzazione/SCIA alla somministrazione; comunicazione alla Questura in caso di circoli privati; requisiti di sorvegliabilità; requisiti professionali e morali
Requisiti igienico-sanitari: comunicazione ASL; piano HACCP e formazione igienico-sanitaria degli operatori; tracciabilità e rintracciabilità degli alimenti; divieto di fumo
Diffusione di musica e immagini: abbonamento speciale Rai per tv o musica; versamenti diritti di autore e connessi SIAE e SCF
Disposizioni fiscali e del lavoro: iscrizione CCIAA; licenza UTIF per prodotti alcolici; iscrizione INPS del titolare; regolarizzazione dei lavoratori
Disposizioni urbanistiche e tecniche: disposizioni destinazione uso edifici; conformità degli impianti elettrici; impianti specifici per la conservazione degli alimenti; cucine a norma e idoneità sanitaria delle attrezzature; tabelle alcolemiche ed etilometro a disposizione
a cura di Antonella De Santis