Il panificatore
Dieci anni fa, il trasferimento in California. E da quel momento, tutto è cambiato per Richard Hart, inglese doc appassionato di cucina, che in America ha scoperto un nuovo modo di panificare, una filosofia diversa che approccia l’arte bianca con apertura e originalità, ma anche con una tecnica ben precisa e un’attenzione scrupolosa a ogni fase di lavorazione. Un universo complesso fatto di lente lievitazioni, dogmi, regole ferree che però valicano i confini della panificazione così come l’abbiamo sempre conosciuta. Con l’ingresso alla Tartine Bakery di San Francisco, Hart scopre un pane “ad alta idratazione, con alveolatura omogenea e ben sviluppata, e dalla crosta fragrante e sottile”. Uno stile che l’artigiano adotta fin da subito, “lo ritengo migliore anche dal punto di vista nutrizionale, perché la maturazione lenta facilita la digestione”.
Il pane bruciato
A caratterizzare lo stile californiano, però, è soprattutto il colore: scuro, dal marrone intenso al nero carbone. Un pane “bruciato”, ma buonissimo. Il motivo? Il desiderio di sperimentare con tutti i colori del prodotto: “Ogni pagnotta ha un suo spettro cromatico. C’è il bianco della farina, che è una sorta di guarnizione immancabile, il marrone, e poi il nero sulle parti bruciate. Noi abbiamo scelto di conferire una variazione diversa a ogni pane, nero incluso”. La differenza, come sempre, la fa la qualità delle farine – biologiche e rimacinate a pietra – e degli impasti, a lenta maturazione con lievito madre. “Il tema della lievitazione per noi è fondamentale: molte persone oggi consumano meno pane perché quello a cui sono state abituate negli anni era fatto velocemente, senza cura, e per questo risultava più difficile da digerire”.
L’approdo a Copenaghen
Quello del pane bruciato, poi, è divenuto nel tempo un fenomeno diffuso fra panificatori di tutto il mondo, Italia inclusa. E ora arriva anche a Copenaghen, con il nuovo, incredibile progetto che porta la firma di René Redzepi. È l’Hart Bageri, panificio nato dalla collaborazione tra Richard e lo chef nel quartiere di Frederiksberg. “Dopo aver lavorato per molto tempo come head baker a San Francisco, avevo voglia di un mio spazio, magari a Londra o a Parigi. I ragazzi del Noma mi hanno convinto, invece, a trasferirmi a Copenaghen, e così dopo pochi giorni ho fatto i bagagli e sono partito con la mia famiglia”.
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Una città in cui Richard si è ritrovato quasi per caso, seguendo l’istinto, affidandosi a una delle squadre di ristorazione più solide al mondo. “Redzepi mi ha detto: prima vieni a Copenaghen, apri una panetteria. Poi vedrai che arriverai ovunque tu voglia”.Per dire quanto conta nella crescita gastronomica di un territorio avere personaggi di carisma capaci a fare da calamita per altri professionisti oltre che, in questo come in tanti altri casi che riguardano Redzepi, partner nell'investimento. Redzepi è infatti noto in tutto l'universo per il suo ristorante Noma, ma in realtà grazie alla sua oculata attività imprenditoriale sta contribuendo a riempire la capitale danese di progetti gastronomici di altissimo profilo: la Hija de Sancez con i suoi indimenticabili tacos, la neo-birreria Barr, il ristorante 108 e adesso questa backery. Una attività meno celebre di quanto proposto ogni giorno al Noma, ma non per questo meno importante.
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Il panificio
Una bakery danese, dunque, che guarda allla tradizione del passato, ma puntando al futuro: “Una panetteria che si ispira alla storia per creare qualcosa di nuovo”. Con Redzepi che coordina la selezione delle materie prime migliori e aiuta Hart a mettersi in contatto con i fornitori di fiducia, e il panificatore inglese che gestisce l’intera produzione. Ci sono i dolci, quelli tipici della viennoiserie ma leggermente rivisitati, e nuove proposte che strizzano l’occhio alle classiche brioches, ma ben lontane dal pain au chocolat che siamo abituati a vedere fra i banchi delle boulangerie francesi. E poi biscotti, dolci da credenza, plumcake, e naturalmente il pane. Tanto pane, dai bauletti di segale ai panini integrali, dalle pagnotte di semi all’immancabile pane bruciato. “Il pane bruciato ormai è parte del mio stile. Lo porterò con me ovunque io vada”.
Hart bageri – Copenaghen - Gammel Kongevej 109 - hartbageri.com/
a cura di Michela Becchi