Fatta eccezione per l’hamburger che è arrivato sulle nostre tavole già a partire dalla metà degli anni Sessanta, il sushi nell’era moderna della globalizzazione alimentare, è stato tra i primi cibi “etnici” ad invadere – bonariamente, s’intende – l’offerta ristorativa delle nostre città. E, in tempi non sospetti, fu protagonista anche di una delle tante sventure di fantozziana memoria.

Handroll, l'evoluzione del temaki
Perfetto anche per il delivery (secondo i dati di JustEat, nel 2024 si è guadagnato il terzo posto dopo pizza e hamburger) il sushi continua a riscuotere successo anche per il fatto che, tutto sommato ha un apporto calorico contenuto e concedersi una cena gustosa senza dover fare i conti con la bilancia, che è sempre un ottimo punto a favore! Comunque, andando al sodo, se siete appassionati di sushi sappiate che oltre a nigiri, rolls, usomaki o temaki adesso potrete scegliere anche gli handroll. Le immagini lo spiegano abbastanza chiaramente. L’handroll nasce da una trasformazione del temaki (il cono) che in questa nuova versione rimane aperto, quindi l’alga nori viene farcita al centro senza poi essere arrotolata e infine adagiata in appositi contenitori di legno pensati proprio per il servizio. Sostanzialmente, almeno dal punto di vista del gusto complessivo, non c’è molta differenza rispetto al sushi nelle sue forme classiche fatta eccezione per il fatto che – come suggerisce il nome – questa tipologia di sushi deve essere necessariamente mangiato con le mani e che l'alga utilizzata è molto più croccante rispetto a quella del sushi "classico".

I primi handroll bar a NewYork
Nella grande mela gli handroll sono arrivati nel 2014, grazie allo chef Kazunori Nozawa che aprì il primo handroll bar a due passi dall’Empire State Building. In Italia la prima apparizione c’è stata a Milano, dieci anni dopo quella statunitense, per la precisione lo scorso novembre con l’apertura di Nippoteka, a cui poi si è aggiunto poco dopo Casa Nori, altro handroll bar nel quartiere Isola. E Roma? No panic, sono arrivati anche nella Capitale! A colmare questo vuoto ci ha pensato Sakana Sushi, ristorante specializzato nella cucina del Sol Levante del quartiere Ostiense, zona che peraltro negli ultimi anni è diventata vero e proprio quartier generale della ristorazione orientale grazie a nuove e interessanti aperture come Tanuki, DaMo, la nuovissima ravioleria Farina ma anche insegne storiche come MamaYaRamen o il RamenBar Akira.
A Roma, dicevamo, ad aggiudicarsi il primato degli handroll è Sakana che a questa preparazione ha dedicato una intera sezione del menu. Lo chef Eji Katsumata li propone in nove diverse versioni, la base della farcitura è sempre il riso al quale si aggiunge pesce crudo - come nel caso shake mayo (con tartare di salmone e maionese piccante), l’hot hamachi (con tartare di ricciola, salsa togarashi e avocado) - oppure pesce cotto come gamberi in tempura, anguilla alla griglia o sgombro marinato. Non manca la versione “green” per i vegetariani con avocado, cetriolo e sesamo. Il costo di ogni handroll si aggira tra i 6 e gli 8 euro.