Preceduta dalla brutta sorpresa per April Bloomfield e il suo storico gastropub al West Village – The Spotted Pig declassato dalle stelle ai Bib Gourmand – l'edizione 2017 della Michelin New York è stata rilasciata anzitempo (la pubblicazione era attesa per il 16 novembre), proprio mentre in Italia si aprivano i festeggiamenti per la pioggia di stelle distribuite in tutta la Penisola. Senza grosse sorprese, peraltro, che confermano ai vertici un sistema di alta ristorazione piuttosto consolidato, con sei insegne fine dining tra le più acclamate in città a condividere la piazza delle tre stelle. E così, se sul gradino più alto del podio restano a brillare l'Eleven Madison Park, Jean-Georges, Per se, Masa, Le Bernardin e Chef's Table at Brooklyn Fare, quest'anno la sorpresa più evidente (insieme al declassamento della Bloomfield) risponde al nome di Aska, il ristorante (ri)aperto a Williamsburg appena un mese fa, che ottiene subito due stelle grazie alla cucina di Fredrik Berselius.
Due stelle per la Nordic Cuisine di Aska
Il nome esotico non inganna: il lauto riconoscimento conquistato dallo chef svedese pronti e via consolida il successo della Nordic Cuisine nella Grande Mela, dove l'ultimo anno ha portato variazioni sul tema piuttosto chiacchierate, a cominciare dall'ambiziosa food hall del Grand Central di Claus Meyer (che in città sta costruendo un vero e proprio impero della ristorazione). Per Berselius (ex Noma), in verità, questa non è la prima stella, come del resto per l'insegna che conduce, già insignita di un macaron quando si trovava in un altro distretto della città; ma a quanto pare proprio la voglia di fare bene dopo il trasloco a Williamsburg ha portato lo chef a meritare la seconda stella, che alla tavola di Aska può valere fino a 215 dollari per un menu degustazione da 19 portate (ma c'è pure il menu più informale e abbordabile del bar). Mancano, invece, altre sostanziali novità in una guida che si mantiene sulla linea conservatrice, garantendo lo status quo di un panorama gastronomico comunque ben corazzato, con 6 tristellati, 10 bistellati e ben 61 ristoranti premiati con una stella (da segnalare, nel computo, il bel risultato di Brooklyn, che da solo ne detiene 12). A quota due, quindi, quasi inalterato il gruppetto di “inseguitori”, se si esclude l'uscita di Ichimura at Brushstroke per chiusura: Aquavit, Atera, Blanca, Daniel, Jungsik, Marea, The Modern, Momofuku Ko, Soto, e la novità di cui sopra, Aska.
Le prime stelle. Festeggia Contra
Più interessante il movimento tra le prime stelle, con 12 nuove insegne che si affacciano sotto i riflettori; tra loro La Sirena di Mario Batali, uno dei risultati più attesi della vigilia, e il vegetariano Nix all'East Village, ma anche Contra al Lower East Side, una cucina zero fronzoli - come l'ambiente che la rappresenta – che punta tutto sulla stagionalità e sulla territorialità degli ingredienti, la mano felice di due giovani chef ( Fabian Von Hauske eJeremiah Stone) che cercano di rifondare la cucina newyorkese secondo una propria idea di cucina – contemporary New York cuisine, come la definiscono loro - e un servizio veloce e informale. Tutto a un ottimo rapporto qualità/prezzo, ma se non bastasse si mangia anche al bar (8 sgabelli in tutto). E i ragazzi già vantano una nuova insegna, appena due porte più in là in Orchard Street: Wildair.
E poi un'infornata di sushi restaurant: Ushiwakamaru, Sushi Inoue, Sushi Zo, Kanonyama, Sushi Ginza Onodera. Tutto rinviato al prossimo anno per novità più significative.
Tre stelle
Chef’s Table at Brooklyn Fare
Eleven Madison Park
Jean-Georges
Per Se
Masa
Le Bernardin
Due Stelle
Aquavit
Aska (novità)
Atera
Blanca
Daniel
Jungsik
Momofuku Ko
Marea
The Modern
Soto
Una stella, le novità
Agern
Contra
Faro
Gunter Seeger
Kanoyama
L'Appart
La Sirena
Nix
Sushi Ginza Onodera
Sushi Inoue
Sushi Zo
Ushiwakamaru
a cura di Livia Montagnoli