Michelin 2017. Aspettando Parma
La prima novità – il battesimo parmense della cerimonia di presentazione della guida più chiacchierata nel mondo, finora di scena a Milano - è già di pubblico dominio da quando, qualche settimana fa, la squadra Michelin ha deciso di svelare le prime carte in tavola, regalando a chi non aspetta altro che conoscere le sorti della ristorazione italiana in chiave Rossa, qualcosa di cui parlare per ingannare l'attesa. Ma il toto scommesse non ha cessato di imperversare e il borsino dei pronostici, specie nel giorno che precede l'ora x (domani, 15 novembre, dalle 11 al Teatro Regio di Parma), si è affollato di nomi e volti noti agli estimatori delle tavole gourmet della Penisola. Tra previsioni più solide e qualche azzardo - previa consultazione di un “pool” di informatissimi addetti ai lavori che nell'anonimato si è divertito a giocare con noi - proviamo a tracciare una mappa delle novità stellate, distribuendo tra Nord, Centro e Sud quella pioggia di stelle che qualcuno (forse fin troppo ottimista) ha preannunciato per l'edizione 2017 della Michelin Italia.
Tre stelle sì o no?
A detta di molti, gli ispettori della Rossa non si sono mai dimostrati particolarmente generosi con il nostro Paese, e probabilmente nemmeno quest'anno avremo modo di festeggiare un nuovo tristellato, anche se in tanti auspicherebbero il ritorno delle tre stelle in casa Iaccarino (Don Alfonso, Sant'Agata sui due Golfi) e bello sarebbe immaginare l'ascesa all'Olimpo Michelin per Mauro Uliassi, ancora (ingiustamente) fermo a quota due. Ma l'ipotesi più probabile fa pensare a una riconferma delle 8 tavole tristellate che abbiamo imparato a conoscere (l'ultima promozione risale a tre anni fa, protagonista Niko Romito): Piazza Duomo, Da Vittorio, Le Calandre, Dal Pescatore, Osteria Francescana, Enoteca Pinchiorri, La Pergola, Reale. Diverso invece lo scenario che potrebbe configurarsi nella fascia bistellata.
Gli aspiranti due stelle
A fare breccia sarebbero in questo caso diverse tavole eccellenti, a cominciare dalla novità milanese del museo Mudec, che altro non sarebbe se non una conferma dell'apprezzamento degli ispettori per la cucina di Enrico Bartolini, già bistellato al Devero di Cavenago e ora protagonista acclamato all'interno del nuovo polo museale in zona Tortona a Milano. Con lui, in città, sembra destinato a condividere la gioia per le due stelle anche Antonio Guida, saldamente al comando di Seta all'hotel Mandarin Oriental, l'anno scorso premiato con la prima stella, pronti e via. E se qualcuno avanza la candidatura ai due macaron di Davide Oldani (a quota uno), a seguito dell'ambiziosa ristrutturazione del D'O, è quasi certo che non arriverà la seconda stella per un altro stimato ambasciatore della ristorazione meneghina: Andrea Berton. Ma peggio dovrebbe andare a Claudio Sadler, in discesa con la perdita di una stella (da 2 a 1, stessa sorte toccata nel 2016 a Davide Scabin, che anche quest'anno dovrebbe restare dov'è). Restando al Nord, due stelle dovrebbero appuntarsi sulla giacca di Matteo Baronetto al Cambio – ma attenzione, qualcuno azzarda addirittura sulla terza - una (la prima, attesa a dire il vero già da qualche annetto) su quella di Christian Milone, per la Trattoria Zappatori nella provincia torinese di Pinerolo, e ben due arrivare a premiare un'altra suggestiva insegna di provincia, la Locanda Margon di Alfio Ghezzi, alle porte di Trento. Scendendo lungo la Penisola, ancora provincia, quella parmense, per salutare un'altra new entry nella squadra dei bistellati: l'Antica Corte Pallavicina di Massimo Spigaroli, a Polesine Parmense. E molto più a Sud sembrerebbe destinato a riconquistare le due stelle che portava in dote anche Nino Di Costanzo, ora alle prese con l'esperienza in proprio di Danì Maison, circondato dai panorami della sua Ischia. Due stelle potrebbero brillare anche sul cielo di chef Riccardo Camanini (Lido84 a Gardone Riviera) e su quello di Peppe Guida (Antica Osteria Nonna Rosa a Vico Equense). Chi resta fuori? Francesco Apreda, che neanche stavolta sembra destinato a strappare le due stelle, nonostante siano in tanti ad assegnargliele abbondantemente ad honorem. Per fortuna la Capitale pare potrà consolarsi con un doppio macaron finalmente assegnato al Metamorfosi di Roy Caceres. Vedremo se sarà la volta buona.
Le prime stelle. Tra Roma, Milano e la provincia
A proposito di Apreda e Caceres, a Roma non dovrebbero registrarsi grandi sorprese: ancora niente per Marzapane e la cucina di Alba Esteve Ruiz, particolarmente accreditati il Giulio Terrinoni di Per Me (la più significativa apertura gourmet degli ultimi mesi nella capitale) e Marco Martini, che porterebbe con sé la stella al The Corner di viale Aventino. Chi invece potrebbe perderla prima del tempo è il duo Alessandro Pipero/Luciano Monosilio: il trasferimento imminente avrebbe portato la Rossa a giocare d'anticipo. Segnalato in caduta anche Andrea Fusco: Giuda Ballerino al Bernini di piazza Barberini potrebbe perdere la stella. Parlando di prime stelle eccellenti, invece, soddisfazione quasi certa per Eugenio Boer, alla guida di Essenza a Milano (mentre qualche seria probabilità c’è anche per Lume di chef Luigi Taglienti), e Filippo Saporito, dalla Leggenda dei frati di Villa Bardini a Firenze. E sempre a Milano probabile nulla di fatto per la tavola coraggiosa di Contraste di Matias Perdomo, mentre a Verona potrebbe arrivare una prima stella per l'Italo Bassi del dopo Pinchiorri, oggi alla guida di Confusion. Nel toto-nuovi ingressi stellati anche Vincenzo Guarino al Castello di Spaltenna (Gaiole in Chianti), Luigi Salomone a Piazzetta Milù (Castellammare di Stabia), i fratelli Pellegrino con Bros (Lecce), Accursio Craparo alla guida del ristorante omonimo (Modica), Stefano Deidda del Corsaro (Cagliari). E ora prepariamoci a scoprire i risultati ufficiali che magari come quasi sempre accade scompagineranno tutte le previsioni della vigilia: appuntamento a domani.
a cura di Livia Montagnoli