Il festival della birra che ogni anno invade le strade di Monaco ora ha un nuovo protagonista: il pollo. In particolare, quello servito allo stand della Paulaner, che ha deciso di rifornirsi solo da allevatori che lavorano in biologico, vendendo quindi il prodotto finale a un prezzo maggiore: 20.50 euro per mezzo pollo, più del doppio di quelli non bio solitamente venduti alla fiera.
Il pollo bio all’Oktoberfest
Una novità che non ha lasciato indifferenti gli aficionados dell’Oktoberfest, che hanno già visto i prezzi della birra salire per via dell’inflazione, fino ad aumentare del 6%. Scegliere di offrire un pollo, prodotto popolare ed economico per antonomasia, simbolo di qualsiasi festa cittadina che si rispetti, a un prezzo simile non è stata poi una strategia azzeccata. La decisione, però, è frutto di una campagna promozionale intensa portata avanti da diversi gruppi di attivisti, che hanno richiesto all’Oktoberfest di veicolare il messaggio dell’agricoltura biologica. Non più solo una festa dove divertirsi un boccale dopo l’altro, quindi, ma un’occasione per valorizzare le produzioni più virtuose del territorio. Attivisti, funzionari e titolari dei tendoni presenti alla fiera si sono così riuniti in primavera per discuterne e molti organizzatori si sono sentiti vicini al tema della sostenibilità, soprattutto considerando l’obiettivo prefissato dalla città di Monaco di diventare climaticamente neutra entro il 2035. In particolare è stata Anja Berger, membro del Partito Verde (lo stesso che si è assicurato l’inserimento delle fontane d’acqua), a spingere per questo cambiamento, accolto con sentimenti contrastanti dal pubblico e gli operatori di settore.
La reazione al prezzo del pollo
Gli stessi professionisti non sono stati particolarmente entusiasti: un’associazione di albergatori della Baviera ha ritenuto la proposta troppo stringente e controproducente, “non credo che la gente voglia che un piccolo gruppo di persone decida cosa sia giusto o sbagliato per tutti” ha dichiarato il referente Thomas Geppert. Le reazioni del pubblico sono state le più disparate: Andre Koerner, per esempio, che va al festival da tanti anni, si è rifiutata di comprare il pollo perché troppo costoso, optando invece per pretzel e formaggio, mentre Jake Williams, trentaduenne in giro per la fiera, ha detto che il prodotto valeva il prezzo, “e mi rassicura sapere che i venditori siano attenti alla salute degli animali”. È il sentimento di sconforto, però, a prevalere, anche tra diversi operatori, confusi da una scelta che sembra essere dettata più dalla volontà di farsi una buona pubblicità, “se sei woke (attivo sulle tematiche sociali, ndr) il resto dell’anno non ha importanza, ma se lo sei durante l’Oktoberfest ti prendi tutta l’attenzione dei media” ha commentato Clemens Baumgärtner, supervisor del festival e membro della CSU, Unione Cristiano-Sociale in Bavaria.
L’essenza dell’Oktoberfest
Arabella Schörghuber, direttrice dello stand della Paulaner, ha detto che questo del pollo bio è “solo un esperimento” e che ha scelto questa carne proprio la sua popolarità: si stima che nel 2019 siano stati consumati circa 500mila polli durante l’Oktoberfest, così la Schörghuber ha cercato un allevamento sostenibile in Austria e ha studiato insieme al team della cucina un sistema per grigliare al meglio i nuovi galletti, più grandi di quelli acquistati in passato. Scelta non proprio vincente, un po’ per il caro-prezzi, un po’ perché si discosta molto dall’essenza della fiera, un carnevale della birra, da festeggiare a ruota libera e senza freni inibitori, cedendo spesso anche agli eccessi. È questo, nell’immaginario comune, l’Oktoberfest di Monaco, appuntamento fisso per molti, una di quelle esperienze da fare almeno una volta con gli amici, tra boccali stracolmi e cameriere in abiti tipici bavaresi. La primissima edizione del festival fu celebrata nel 1810 in occasione del matrimonio reale, per sostenere la nascente monarchia bavarese: l’evento ebbe un successo tale da essere poi replicato annualmente, con i dovuti cambiamenti. Lo spirito goliardico alla base, però, è rimasto lo stesso, e offrire un piatto tradizionalmente popolare a più del doppio può risultare illogico. Eppure, è proprio attraverso eventi così grandi (si prevedono circa 7 milioni di persone quest’anno) che si può mostrare un approccio diverso. La necessità di ripensare i propri consumi in fatto di prodotti animali non è più una novità, e occasioni simili possono essere la piazza ideale per presentare un’alternativa. Se non all’Oktoberfest, quando?