Un brand del made in Italy
È passato quasi un anno da quel 26 dicembre che ha lasciato il mondo della cucina italiana orfano del suo maestro più stimato, Gualtiero Marchesi. Le occasioni per tesserne le lodi e celebrare il suo costante impegno da padre putativo di molti degli chef italiani che oggi possono dirsi grandi, sono state numerose. L’ultima iniziativa della Fondazione Gualtiero Marchesi, in concomitanza con l’avvio della terza edizione della Settimana della Cucina Italiana nel mondo (dal 12 novembre), sottolinea un altro dei meriti maturati in vita dallo chef lombardo, che del made in Italy è stato uno dei primi a farsi ambasciatore, insistendo per fare dell’alta cucina nazionale un brand da promuovere all’estero, in tempi non sospetti (quando cioè su cuochi e cucine non si erano ancora accesi i riflettori). Ecco perché saranno i suoi piatti più celebri i veri protagonisti di un tour gastronomico internazionale che rende omaggio al maestro e insieme alla storia della cucina italiana, grazie al coinvolgimento dei suoi ex allievi.
Il tour nel mondo. In cucina per raccontare il buono dell’Italia
Le tappe? Una marcia tra l’America di Chicago e New York e l’Estremo Oriente, con cene previste a Hong Kong, Pechino e Tokyo; e poi l’Europa, a Parigi, Berlino, Londra e Mosca, prima di concludere proprio a Milano il 19 marzo, in concomitanza con l’anniversario della nascita di Marchesi. A coordinare le operazioni, in tutte le cene del Grand Tour, sarà Antonio Ghilardi, anche lui vanto della scuderia Marchesi, raggiunto di volta in volta da alcuni degli allievi più celebri: Pietro Leemann a New York, Luca Fantin (che gioca in casa) alla Bulgari Ginza Tower di Tokyo, Carlo Cracco, Davide Oldani, Alfio Ghezzi, Enrico Crippa, Andrea Berton variamente coinvolti nelle altre tappe in programma nei prossimi mesi. Di fatto l’iniziativa si propone di celebrare l’Italia delle Arti tout court, facendo leva proprio sulla grandezza di uno chef che ha saputo, e voluto, guardare al di là della cucina, infondendo dignità a un mestiere artigiano come quello del cuoco, che si è riscoperto cassa di risonanza di un sistema culturale in cui tutte le arti dialogano, tra musica, design, arti figurative e moda.
I piatti
E il tour servirà a raccontare tutto questo – ogni cena sarà preceduta dalla proiezione del docu-film Gualtiero Marchesi the Great Italian – ma anche a promuovere le produzioni agricole della Penisola, valorizzate in tavola grazie a piatti diventati un cult, dal Dripping di pesce all’Insalata di capesante, zenzero e pepe rosa, all’Omaggio a Fontana in Rosso e Nero e al celeberrimo Riso e Oro del maestro. A supportare il tour anche il Ministero degli Affari Esteri, nella consapevolezza che oggi la ristorazione italiana produce un giro di affari di 90 miliardi di euro, impiega un milione di addetti e può essere un traino per il settore turistico. Si parte da Chicago il 12 novembre, l’Europa arriverà solo nel 2019. Da Milano al mondo, e ritorno. Per custodire un’eredità importante e sostenere un futuro fatto di formazione, ricerca e conoscenza in ambito alimentare.
a cura di Livia Montagnoli