Orgoglio francese
Nel 2015, l'Ente turistico francese esordiva con un'iniziativa internazionale per celebrare su scala mondiale l'identità della cucina francese, con un evento che coinvolgesse contemporaneamente chef e ristoranti sparsi ai 4 angoli del globo. Che la Francia non si lasci pregare per promuovere la propria cultura gastronomica è un dato certo, confermato qualche mese fa dall'annuncio di una nuovo classifica (La Liste, poi tristemente celebre per il suicidio del primo chef in lista, Benoit Violier) per ristabilire gli equilibri della cucina d'autore rispetto ai riconoscimenti distribuiti dalla World 50 Best, forse un po' troppo penalizzante per il prestigio dell'haute cuisine a detta delle alte cariche francesi, piccate nell'orgoglio dall'esclusione di tanti ambasciatori della ristorazione francese. Ma il progetto Gout de France (Good France) rimescola le carte chiamando alla partecipazione tutti gli chef che vogliono rendere omaggio alla tradizione transalpina, purché disposti a ideare menu tematici che dalla Francia traggano ispirazione per mettere in tavola prodotti freschi e stagionali e piatti golosi che strizzano l'occhio alla leggerezza. Così che la cucina diventi vetrina di valori positivi (di gioia di vivere, leggerezza e ottimismo, parla Alain Ducasse, che proprio in questi giorni ha rilasciato un'intervista che benedice il prestigio della gastronomia francese), com'è sempre stato in Francia (e in Italia) dove celebrare la buona tavola è una pratica imprescindibile.
Good France. Cos'è
L'anno scorso l'iniziativa ha riscosso grande successo, e anche in Italia molti protagonisti della cucina d'autore hanno scelto di cimentarsi nella sfida per il tempo di un servizio, una cena speciale in memoria di quella Cene d'Epicuro messa in scena nel 1912 da Auguste Escoffier, quando in diverse città del mondo, in contemporanea, arrivò in tavola lo stesso menu ideato dal padre dell'haute cuisine. L'appuntamento con la seconda edizione è per il 21 marzo: i ristoranti partecipanti serviranno un menu ispirato al savoir-faire francese, selezione di formaggi, champagne e vini francesi compresi. All'insegna di leggerezza e sostenibilità, per indicare la strada intrapresa negli ultimi anni dalla gastronomia internazionale. Anche quest'anno i numeri delle adesioni sono importanti, con più di 1500 chef in cinque continenti. E a Roma, nei saloni dell'Ambasciata francese di Palazzo Farnese per celebrare l'evento arriverà un ospite d'eccezione, Annie Feolde dall'Enoteca Pinchiorri, che servirà la cena a Catherine Colonna e ai suoi ospiti. Con la signora dell'alta cucina italiana (recentemente celebrata sul palco di Identità Golose) arriveranno nelle cucine di palazzo anche Riccardo Monco e Alessandro della Tommasina, a capo della brigata fiorentina. E l'ambasciatrice ha deciso di replicare anche l'iniziativa Cucina Aperta: tra tutti gli italiani partecipanti saranno estratti tre nomi, che nel corso del 2016 saranno chiamati a cucinare a Palazzo Farnese.
Chi partecipa in Italia
A Milano, invece, la cena più attesa si terrà all'Hotel Principe di Savoia: in cucina lo chef francese Christian Etienne, che affiancherà l'executive chef Alessandro Buffolino. Ma il 21 marzo sono molte le tavole d'Italia a tingersi tricolore d’oltralpe, da Trussardi alla Scala al Joia di Pietro Leeman, dall'Antica Corte Pallavicina all'Antica Osteria di Nonna Rosa, dall'Atman al ristorante Cinzia dei fratelli Costardi, dal D'O a Del Cambio, dal Cibreo al Piccolo Lago, al Convento di Cetara al Faro di Capo d'Orso, a Stazione di Posta e S'Apposentu.