Più che una mostra si tratta di uno spunto di riflessione sul rapporto che lega il piacere alla nutrizione. Mangiare quel che piace non sempre equivale a mangiare quel che è buono. Ne sanno qualcosa le grandi multinazionali dell’alimentare che investono in ricerca molto più di quello che si creda per rendere appetibili i loro prodotti, che però, spesso e volentieri ma non sempre, di sano e genuino non hanno niente. I colori e i profumi, così come le forme e le consistenze degli snack industriali, per citare un esempio, sono il risultato di attente valutazioni su cosa sia appetibile e, inconsciamente, induca all’atto del mangiare. Più inconsapevole è la spinta, più l’obiettivo è stato raggiunto. Il concetto è quello, quindi, di bypassare il passaggio razionale del ragionamento per creare un filo diretto che leghi lo stimolo all’atto. Spesso si cerca (e si riesce) a ingannare i bisogni istintivi con richiami artificiali il cui scopo è vendere, non nutrire. Ed è proprio questo il punto su cui la mostra Gola. Arte e Scienza del Gusto, in programma dal 30 gennaio al 12 marzo e allestita negli spazi della Triennale di Milano, intende far riflettere.
E lo farà con un percorso articolato in cinque ambienti espositivi, dedicati ad altrettanti temi. “Le intuizioni di alcuni grandi artisti contemporanei sarannoaffiancate da exhibit scientifici che esplorano i meccanismi, sia istintivi sia legati all’apprendimento, attraverso i quali l’evoluzione ha nascosto dietro al piacere di un attimo una complessa valutazione delle proprietà nutrizionali del cibo che stiamo mangiando, alternando un approccio episodico e curioso a uno più sistematico e interpretativo”.
Il progetto di Giovanni Carrada, che ha curato la parte scientifica, e di Cristiana Perrella, che si è occupata di quella artistica, è stato prodotto dalla Fondazione Marino Golinelli di Bolognae metterà sul piatto dei visitatori interrogativi che riguardano i dilemmi dell’onnivoro, i sensi del gusto, buono da pensare, i segreti dei cibi-spazzatura e la ri-costruzione del gusto. Saranno questi e molti altri i temi indagati per ribaltare il celebre aforisma de gustibus disputandum est che per secoli ha impedito di discutere sul gusto.
Accanto ai video in cui Marina Abramovic mangia una cipolla cruda e le foto della dieta monocromatica di Sophie Calle, troveranno spazio le opere di Christian Jankowski, Ernesto Neto, Cheryl Donegan, Anri Sala, Boaz Arad, Jorgen Leth, Gabriella Ciancimino, Sharmila Samant, Martin Parr, Hannah Collins accostate ai meccanismi cerebrali stimolati, talvolta in maniera innaturale, dai cibi iper-appetibili realizzati dall’industria per creare forme di vera e propria dipendenza.
GOLA. Arte e Scienza del gusto | La Triennale di Milano | Viale Emilio Alemagna, 6 | 31 gennaio – 12 marzo 2014 | www.golinellifondazione.org