Il miglior chef di Parigi è italiano
È Giovanni Passerini il miglior chef dell’anno. O, per essere precisi, meilleur chef, visto che siamo a Parigi e a sostenerlo sono i francesi di Le Fooding. Come ogni anno la testata che recensisce con puntualità la scena gastronomica della Ville Lumiere (e offre anche centinaia di recensioni d’autore online) torna a premiare le tavole più interessanti, dispensando premi del cuore e insoliti attestati di stima. E un riconoscimento speciale lo assegna proprio allo chef italiano più amato in città, quel Giovanni Passerini che dopo qualche mese di inattività (terminata la parentesi Rino) è tornato a far parlare di sé raddoppiando la posta in gioco: oggi rue Traversière (XII arrondissement) vede uno accanto all’altro il Pastificio Passerini, bella bottega di pasta fresca d’autore, e Restaurant Passerini, naturale prosecuzione della precedente esperienza, ma pure elemento di rottura con la consuetudine del bistrot sondata qualche anno prima. “Una nuova trattoria classica” l’aveva ribattezzata lo chef poco dopo l’inaugurazione della scorsa primavera, quando siamo andati a trovarlo. E il cuoco romano, classe 1976, sembra aver colpito ancora dritto al cuore dei parigini, e della critica di settore. È così che da qualche ora aggiunge al suo palmares un premio importante, perché è la conferma della stima reciproca che condivide con la città che l’ha adottato: “Quello che ci ha sedotto” sostiene Alexandre Cammas, fondatore di Le Fooding “è la sua grande abilità in cucina”. E la versatilità della sua tavola: lo chef dell’anno 2017 è colui che garantisce un impeccabile piatto di pasta, come un ottima pietanza da condividere, senza porre limiti al commensale, portando in tavola “una grandiosa parata di portate hit(s)-aliens”, per usare l’azzeccato neologismo della guida.
Tutti i premi. Miglior bar a Bordeaux, novità con l’allievo di Ducasse
Quest’anno la guida (l’edizione 2017 è intitolata L’amour a la bouche, per non prendersi troppo sul serio e rivendicare il ruolo del piacere a tavola), presentata presso la cattedrale americana di Parigi, recensisce 800 tavole in tutta la Francia, assegnando diversi riconoscimenti speciali. Con Passerini, a Parigi, festeggiano anche Katsuaki Okiyama (Fooding d’honneur per Abri e Abri Soba), Omar Koreitem e Moko Hyrayama (Fooding d’amour per Mokonuts, ex equo con l’Ideal di Marsiglia), Christophe Saintagne (scuola Ducasse, miglior novità per Papillon), gli architetti Olivier Delannoy e Francesca Errico per il design della trattoria Daroco, il bistrot Les Arlots per il miglior piatto.
Ma i premi piovono in molte altre città del Paese: il bar d’autore più convincente si trova a Bordeaux (Symbiose), il miglior bistrot di provincia a Dienne (L’Epicerie de Dienne), gestito da uno chef di Manchester. L’ennesima conferma che la ristorazione francese è aperta all’influenza delle cucine straniere, e sono tanti gli chef in arrivo dall’estero che a Parigi e in Francia hanno trovato una seconda casa, con tutti gli onori del caso. Come il nostro Giovanni Passerini. Ma la compagine italiana a Parigi è molto più nutrita (abbiamo avuto modo di parlarne a più riprese) e continua a fare bene.
I premi 2017
Miglior chef Giovanni Passerini, Restaurant Passerini, Parigi
Fooding d'honneur Katsuaki Okiyama, Abri e Abri Soba, Parigi
Fooding d'amour Mokonuts, Parigi
Miglior novità Christophe Saintagne, Papillon, Parigi
Miglior piatto della tradizione Les Arlots, Parigi
Miglior interior designDaroco, Parigi
Fuori Parigi
Fooding d'amour L’Ideal, Marsiglia
Miglior locanda Haraneko Borda, Itxassou
Miglior bistrot L’Epicerie de Dienne, Dienne
Miglior bistrot di mare La Nautique, Narbonne
Migliorsophistroquet Les Aphoticaires, Lione
Miglior bar d’autoreSymbiose, Bordeaux
Miglior camera d’albergo La Ferme du Vent, Cancale
a cura di Livia Montagnoli