Delle montagne si parla pochissimo, ma svolgono un ruolo fondamentale, non solo in Italia. Basti pensare che il 12% della popolazione mondiale vive tra colline e pendii. In questi luoghi, spesso aspri e inospitali, allevatori, coltivatori e vignaioli svolgo il loro lavoro con tecniche affinate nel corso dei secoli, studiate nel dettaglio per far fronte a tutti i rischi cui convivono quotidianamente. Si parla spesso di realtà isolate che poco hanno a che fare con le grandi piattaforme produttive. Eppure la montagna fa parte della vita quotidiana in molteplici forme, sinonimo di purezza in primis.Tutto quello che viene dalle vette è puro e limpido, quasi per grazia ricevuta. Eppure anche in questi simboli dell'immobilità qualcosa si muove, e non è sempre benefico. Le montagne sono il 'termometro del pianeta', dal loro stato di salute si può monitorare l'andamento generale della Terra. Ed ecco quindi che i dati diffusi in occasione della Giornata Internazionale della Montagna, proclamata dalla FAO, sono stati commentati dalla CIA e offrono una fotografia della situazione attuale. “Solo in Italia il 47,5 per cento della superficie è montana e il numero delle aziende agricole interessate è pari al 31 per cento del totale” ha scritto la Confederazione Italia degli Agricoltori in una nota. “Rispetto alla produzione forte e abbondante che caratterizza la pianura, c’è un’agricoltura di montagna complicata, in molti casi perfino eroica che si scontra con terreni e climi difficili. E che, però, svolge un ruolo primario nella conservazione del patrimonio forestale e nella prevenzione del dissesto idrogeologico, garantendo al contempo la sopravvivenza di un paesaggio rurale e la valorizzazione delle attività tradizionali, dal pascolo ai prodotti tradizionali e tipici”. Riportare la 'questione montana' all’ordine del giorno è la proposta della Confederazione Italiana degli Agricoltori per trovare soluzioni affinché l’innalzamento delle temperature dovute al riscaldamento globale non metta in pericolo la stabilità di ecosistemi vitali. Perché sono proprio le foreste di montagna a tutelare le risorse naturali e i servizi ambientali su cui milioni di persone fanno affidamento per la propria sussistenza come l’acqua ma anche le più importanti piante che sfamano l’umanità tra cui mais, pomodori, patate, orzo, mele, tè e caffè.