Giornata Europea della Biodiversità: un piatto su tre arriva in tavola grazie al lavoro di impollinazione delle api

22 Mag 2014, 14:57 | a cura di
Lo sostiene l'associazione ambientalista Greenpeace in “A come ape, un'agricoltura senza pesticidi è possibile”. Il rapporto che ha presentato presso il ristorante di Antonello Colonna a Roma parla chiaro: il piccolo insetto è a rischio ma la soluzione è a portata di mano.

Un piccolo insetto che svolge però un ruolo fondamentale grazie al quale arriva sulle tavole il 30% dei piatti che mangiamo. A sostenerlo è il rapporto A come ape, un'agricoltura senza pesticidi è possibile, lo studio redatto da Greenpeace International e presentato all'Open Colonna, presso il roof garden del Palazzo delle Esposizioni di Roma. Il ruolo fondamentale dell'ape e degli insetti impollinatori in generale nel garantire la biodiversità vegetale è stato messo sotto i riflettori soprattutto alla luce dei grandi ostacoli che deve superare, la maggior parte dei quali arrivano dall'uso di pesticidi chimici impiegati nell'agricoltura intensiva. Ma durante la presentazione sono stati elencati anche tutti i possibili rimedi per salvaguardare l'esistenza, e quindi il ruolo essenziale dell'ape: guardare a tecniche di agricoltura ecologica e sostenibile, piantare fiori spontanei nelle colture agricole, combattere i parassiti usando gli antagonisti naturali e azzerare l'impiego di pesticidi e diserbanti chimici. “La biodiversità che si andrebbe ad ottenere con tecniche più vicine all'ambiente avrebbe ricadute positive anche, e soprattutto, nel mondo della gastronomia” ha spiegato Antonello Colonna. “In generale si può dire che tutto, o quasi, sia frutto del lavoro di questo infaticabile insetto. Anche piatti come l'amatriciana sono realizzabili grazie al contributo dell'ape che è garante dell'impollinazione tra le piante, nel caso specifico del pomodoro. Le api non producono solo cera e miele”. Quando lascia l'arnia per andare a cercare acqua e polline, l'ape, è in grado di raggiungere distanze anche di tre chilometri impollinando così ogni fiore su cui si posa. Ma il suo tragitto è costellato di ostacoli che, oltre ai predatori naturali, derivano dall'azione umana e ignorare questi fenomeni potrebbe portare alla perdita definitiva di una grande varietà di prodotti.

http://salviamoleapi.org/

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