Giacosa, riapre a Firenze un caffè storico degli anni Trenta dell'Ottocento

20 Lug 2023, 19:08 | a cura di
I fratelli Giacosa aprirono a Firenze nel 1860, e il bar divenne subito luogo d'incontro dei dandy dell'epoca. Oggi riapre sotto una nuova veste e in grande spolvero. Ecco il menu e com'è fatto

Quando nel 2017 lo storico caffè Giacosa chiuse definitivamente le porte, molti fiorentini pensarono che un altro pezzetto della “vecchia Firenze” fosse tramontato per sempre. Il dispiacere all’epoca fu doppio, perché chiudeva a due anni dalle celebrazioni del centenario del Negroni, cocktail che qui aveva avuto le sue origini, e che la città si apprestava a festeggiare. La gioia è dunque tanta, ora che il locale riapre, e lo fa sotto forma di un moderno cocktail bar, ma al contempo in un’epoca di mercificazione degli idoli c’è anche qualche curiosità storica da approfondire in modo che il celebre cocktail bar non diventi una mera attrazione per turisti, ma un’utile lezione per non incappare negli errori del passato.

 

La storia di Giacosa

La storia di Giacosa risale agli anni Trenta dell’Ottocento quando via Tornabuoni e le vie adiacenti attiravano viaggiatori da tutto il mondo come parte dei loro Grand Tour. Fu in questo “Salotto d’Europa” che i fratelli Giacosa aprirono, nel 1860, la loro attività, già fondata a Torino nel 1815.

Situato tra la sede del Circolo dell’Unione e l’albergo Londres et Suisse, Giacosa divenne subito un luogo d’incontro dei dandy dell’epoca tanto che, già durante Firenze capitale (1865-1871), aveva assunto un ruolo centrale nelle molte guide cittadine del tempo.

Sopravvissuto al passare dei decenni, era finito inglobato all’interno della boutique di Roberto Cavalli, aperta nel 2001. Proprio allo stilista, infatti, si deve la riapertura della storica attività all'inizio degli anni Duemila, quando Cavalli aveva rilevato il locale per farne il suo showroom in una delle vie dello shopping più blasonate di Firenze (a pochi metri da Palazzo Strozzi e piazza della Repubblica), senza però sacrificare la storia del luogo. Ma nel 2016 quando i conti della Maison cominciarono a scricchiolare la boutique chiuse definitivamente, e con essa il bar, rimasto dormiente e dato per perso fino alla settimana scorsa.

La riapertura del gruppo Valenza

Dopo aver rilanciato con grande successo due dei più antichi bar d’Italia, Caffè Gilli e Caffè Paszkowski, risalenti rispettivamente al 1733 ed al 1903, il Gruppo Valenza ha deciso di provare a rilanciare anche questo storico caffè

La rinascita di Giacosa è frutto di segnali che ho deciso di accogliere. È’ stato un po' come se questo marchio, che ho acquistato nel 2019, volesse tornare in vita e mi avesse scelto come mezzo . Credo che con la chiusura di Giacosa si fosse persa una parte importane della storia non solo di Firenze ma dell’Italia intera

Il bar, appena riaperto, è firmato dagli architetti interior design Paolo Becagli e Alessandro Interlando, ha ripreso con sobria eleganza l’immagine storica del locale, lavorandoa partire dagli aspetti più belli restituiti direttamente dalle foto del passato.

Il primo menù del nuovo Giacosa, pensato dal team guidato da Luca Manni, non poteva che essere interamente dedicato all’aperitivo italiano.

Il passato, il presente e il futuro di questo rito collettivo, orgoglio nazionale divenuto globale, si ritrovano nella pagine di questa drink list composta da tre sezioni principali. L’omaggio alla tradizione, vede la presenza di “classici” Negroni, in cui la ricetta tradizionale (gin, vermouth rosso e bitter) rimane invariata, ma cambiano modalità di servizio o tecniche di preparazione, come nel caso del Negroni shakerato.

La parte centrale del menù è invece dedicata alle rivisitazioni in chiave moderna della tradizionale ricetta inventata dal Conte nel 1919. Nascono così creazioni come il Gibson Negroni o il Cham-on!, personale rivisitazione di un Negroni Bianco.

Il futuro dell’aperitivo è invece presentato nella sezione denominata, non a caso, Giacosa Creations, in cui si rivisitano alcuni grandi classici dell’aperitivo italiano come il Garibaldi, rivisto qui con Savoia Americano, Chinotto, arancia e cacao, o il Cardinale, arricchito da penetranti ed affascinanti note d’incenso.

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