Dieta green sì o no?
Chi è un climatariano? La definizione la forniva circa un anno fa il New York Times, quando si trattava di identificare quel consumatore che a tavola si mostra particolarmente sensibile all'impatto ambientale, preferendo alimenti sostenibili, ancor meglio se sani. Uno scrupolo che accomuna un numero crescente di persone nel mondo, segno che le campagne di sensibilizzazione per promuovere e valorizzare l'ambiente e la filiera alimentare etica non sempre cadono nel vuoto. Tanto che, recentemente, la Fondazione Barilla Center For Food ha deciso di rispolverare l'etichetta coniata dal quotidiano americano nel divulgare i risultati dell'indagine affidata a Vox Populi. Il target di riferimento, anche stavolta, è quello dei cosiddetti Millennials, i giovani italiani tra i 18 e i 30 anni che spesso costituiscono la fascia di consumatori più appetibile per le grandi realtà dell'industria alimentare. L'indagine di mercato commissionato da Barilla ha coinvolto un campione di 800 ragazzi in tutta la Penisola, chiedendo loro preferenze e criteri che influenzano la scelta quando si tratta di imbandire la tavola. E, a sorpresa, da Nord a Sud, i giovani interpellati si dicono pronti ad adottare diete sostenibili, attente alla salute dell'ambiente. L'ostacolo che spesso scoraggia le buone intenzioni? Il prezzo. Pur consapevoli dei vantaggi dell'alimentazione sostenibile – sicura da un punto di vista nutrizionale per il 73% del campione e senza particolari ripercussioni sulla vita sociale per il 64% di loro – ben il 61% dei ragazzi ritiene la dieta green ben poco “sostenibile” sotto il profilo economico.
Low cost, sano e riciclato. Il cibo sulla tavola dei ragazzi
Timore giustificato o pregiudizio? L'ultima analisi che ha fotografato la banca dati dell'Osservatorio dei Prezzi nazionale (risalente ad aprile 2015) smentirebbe i ragazzi: mangiare sano non costa di più, e anzi “limitare il consumo di carne porterebbe a un risparmio significativo sul bilancio familiare” sostengono gli esperti della Fondazione, facendo appello anche agli ultimi studi internazionali di settore. Ma c'è di più. I giovani italiani si dimostrano coscienziosi anche sul fronte della lotta allo spreco (che da qualche giorno, nel nostro Paese, può contare su un prezioso strumento legislativo in più): il 59% dichiara di comprare solo quello che pensa di consumare, 6 su 10 riutilizzano gli avanzi di cibo, molti praticano la raccolta differenziata, acquistano frutta e verdura di stagione e a chilometro 0, riducono il consumo di acqua. E anche se il 43% degli intervistati lamenta la scarsa disponibilità di alimenti alternativi ai cibi meno sostenibili, la lista della spesa di tanti ragazzi italiani dimostra un buon rapporto con l'alimentazione sana: cereali, olio d'oliva, frutta e verdura sono consumati in abbondanza; seguono carne bianca, latticini, legumi. Poi affettati, carni rosse e uova. Nota dolente: poche preferenze per il pesce. Ma si può sempre migliorare, la buona volontà c'è.