Quando le vecchie generazioni sono lungimiranti e le nuove intraprendenti, non può che nascere un progetto virtuoso. In questo caso la nuova generazione è rappresentata da Taila Semerano, nipote di quel Ciccio Pastigel che ha fatto la gioia dei golosi di gelato a Ostuni. A lei è stato assegnato il premio Gelatiere Emergente della guida Gelaterie d'Italia 2024 del Gambero Rosso, presentata al Sigep di Rimini.
Classe 1991, dopo una laurea in economia alla Bocconi di Milano, Taila Semerano ha deciso di tornare nella sua Ostuni, prima per intraprendere un progetto tutto suo, poi per seguire le orme del nonno nella sede storica di Ciccio, avviata nel 1964, alla quale ha regalato una ventata di novità.
Taila Semerano e l'eredità del nonno
«Ho deciso di tornare per seguire un desiderio che avevo da sempre. Avrei pure voluto intraprendere un percorso di studi più coerente con questo obiettivo ma poi ho optato per una laurea di più ampio respiro». Nonostante in cuor suo ci sia sempre stata l'idea di portare avanti l'attività di famiglia, Taila nel 2014 ha aperto un altro locale, più centrale: «Ciccio in Piazza erano 40 metri quadri, tra laboratorio e vendita, destinati a essere un po' il biglietto da visita dell'attività di nonno, che si trova un po' fuori dal centro. Era un'attività che funzionava bene solo che mio nonno si è ammalato ed è venuto a mancare a novembre 2020, prima di lasciarci ha destinato a chiunque volesse prendersene cura quello che aveva costruito. Non c'era nessun erede, tolte mia mamma e mia zia, ero l'unica nipote, così, anche considerato il momento storico e le varie difficoltà nel trovare personale, ho scelto di continuare la sua attività, mettendo da parte la mia creatura».
Lo “scontro” generazionale
Una scelta non facile, sofferta e decisamente sfidante. «L'idea di aprire Ciccio in Piazza era nata anche per differenziarmi da nonno, per poter contare su nuovi strumenti, per poter fare ricerca e creare un gelato che fosse completamente mio, senza nessun compromesso o scorciatoia. Quando poi sono tornata a gestire l'attività di famiglia mi sono portata dietro tutto, dai nuovi macchinari, ai miei fornitori (il latte bio è quello di Masseria Querceta), al mio modo di concepire il gelato. Non è stato facile: all'inizio ho avuto non poche difficoltà a far breccia nel cuore di clienti abituati ai gelati di mio nonno».
Una storia che ricorda molte altre storie, perfettamente coerente con quanto spesso ribadiamo: anche il gusto si è evoluto. Così come la consapevolezza del consumatore medio. E non sempre (forse quasi mai) un tempo si mangiava meglio di adesso, e non sempre i nostri nonni o le nostre nonne mangiavano in maniera più genuina: ma ve la ricordate l'Idrolitina per rendere frizzante l'acqua o il grandioso successo del dado ai tempi loro, dei nostri nonni?
L'evoluzione di Ciccio
È innegabile l'evoluzione avvenuta anche nel settore delle gelaterie – quadro che abbiamo cercato di fotografare qui – grazie a maestri gelatieri della prima ora, che adesso possono contare sulla complicità di numerosi altri colleghi e di un pubblico sempre più attento e consapevole.
«Differenziarmi da nonno è stato una presa di coraggio, anche perché l'attività era di successo e affermata, e soprattuto perché gli devo tutto». Se con la Crema della casa Taila ha voluto mantenere un trait d'union con lui (noto per la crema pasticcera) emblematico di questo “scontro” generazionale il gusto Stracciatre: «Se per alcuni gusti non ho mai temuto il confronto – difficilmente utilizzando una Nocciola del Piemonte Igp avrei deluso i clienti – per la stracciatella ero terrorizzata! Mio nonno era super famoso per la sua stracciatella con pezzettoni di cioccolato, quello per le coperture dei gelati pinguino, così per non incorrere in paragoni ho creato una mia stracciatella; la Stracciatre, un gelato al cioccolato bianco con pezzi di cioccolato bianco, al latte e fondente». Ora la rivoluzione di Taila sta toccando pure la pasticceria, «ho messo al bando la margarina, ora in laboratorio entra solo il burro». L'evoluzione continua.