“È il primo gin del territorio ed è stato ideato alla Baia dal mio gruppo di amici storici, i Gastrofighetti” inizia così il racconto di Benny Gili, anima del ristorante la Baia di Fregene, uno dei migliori indirizzi del litorale romano. Il suo ristorante è un ritrovo per tanti appassionati di gastronomia della Capitale che vogliono concedersi un pranzo al mare. Nel locale c’è sempre posto per gli amici di Benny, che insieme a lui hanno ideato Gastrofighetti, il primo gin di Fregene da poco disponibile sul mercato.
Come nasce il gin Gastrofighetti
La prima cosa che salta all’occhio è il nome curioso di questo gin, ideato a tavola: “Per essere autoironici, nel nostro gruppo di amici storici ci chiamiamo Gastrofighetti – racconta Benny – siamo tutti amanti del cibo e del vino, condividiamo buone bottiglie e buoni ristoranti. L’idea di questo gin è nata a tavola mentre eravamo insieme ed è giusto che prenda questo nome”.
“Abbiamo pensato di fare questo gin già un paio di anni fa. Io ho un piccolo alambicco che uso per sperimentare, però visto che l’idea ci piaceva molto mi sono messo in contatto con la distilleria Gud, di cui sono brand ambassador”. Gud è una distilleria di Colle Val d’Elsa in provincia di Siena che utilizza l’alambicco Bennet, realizzato in rame massiccio con tecnologie innovative. Ha seguito la produzione del Gastrofighetti, che parte dalla base del gin Gud con l’aggiunta di un tocco estremamente caratterizzante, quello del territorio di Fregene.
Il pinolo di Fregene per rappresentare il territorio
“Con loro abbiamo pensato di fare il gin mettendo il pinolo della pineta di Fregene e distillando due botaniche in più – spiega Benny – il Gud è molto più floreale perché mettendo dentro materiale resinoso l’equilibrio è molto diverso”. Sono sedici in tutto gli ingredienti utilizzati: ginepro, iris, limone, pinoli, rosa, calendula, fiori di arancio, petit grain, bergamotto fresco, mirto, erba pepe, noci, cassia, angelica, quercia e sandalo.
Gastrofighetti adotta lo standard disciplinare del gin più pregiato, il London Dry, tipologia che per essere esposta in etichetta impone l’uso esclusivamente di alcol neutro ottenuto a partire da cereali di qualità superiore, con materie prime naturali e deve necessariamente esser distillato con tutte le botaniche in alambicchi tradizionali in rame, senza possibilità di alterazione del prodotto dopo la distillazione. “Il gin è top premium, di alto livello perché loro lavorano in questo modo utilizzando un alcol di grano biologico e prodotti di certificata qualità”.
Fregene dentro un gin
Tuttavia, riuscire a scrivere “Fregene” in etichetta non è stato semplice: “Nel nostro gruppo c’è un avvocato che è riuscito a farci inserire la scritta Fregene dopo che hanno respinto la nostra proposta di mettere Made in Fregene sulla bottiglia. È un aspetto per noi è molto importante perché questo gin deve rappresentare il territorio, anche sull’etichetta abbiamo scelto di mettere la pigna, simbolo di questa zona”.
Un gin nato per un gioco, diventato ben presto virale: “Appena le persone hanno visto il post sui social c’è stato subito grande interesse, qualcuno è addirittura venuto qui per prenderlo subito”. Il gin sta guadagnando sempre più popolarità nel mondo degli spirit e ci sono molti appassionati che sono diventati veri e propri collezionisti. Per loro Gastrofighetti potrebbe diventare presto un oggetto di culto. “Non deve essere una cosa seria perché non ci dobbiamo guadagnare – conclude Benny – ma sicuramente continueremo la produzione”. Il gin Gastrofighetti si può trovare al ristorante la Baia e all’enoteca il Tappo di Fregene, il costo a scaffale è di 55 euro alla bottiglia.
La Baia – via Silvi Marina, 1 – 06 66561647 – www.labaiadifregene.it
Il Tappo – via Atrani, 37 – 06 66560392 – www.iltappo.it
a cura di Maurizio Gaddi