Campari. Il drink che ama l’arte
Solo lo scorso maggio la Galleria Campari si è aggiudicata una menzione speciale da parte della giuria del Premio Gavi – La Buona Italia per il miglior progetto dedicato al settore agroalimentare italiano in relazione alle arti e alla cultura, vincendo la seconda edizione dell’iniziativa nella categoria Musei d’Impresa. D’altronde, quella della Campari è una storia fatta di intuizioni e campagne pubblicitarie brillanti, e più in generale di una strategia comunicativa che è riuscita a vestire il prodotto di arte e design, associandolo alla cultura e alla creatività italiane. Vocazione concretizzata nel 2010 con l’inaugurazione della galleria museo di Sesto San Giovanni (dove il gruppo è nato nel 1904 e oggi sede dell’headquarter progettato da Mario Botta), che celebrava i 150 di storia dell’azienda offrendo ai visitatori uno spazio interattivo e multimediale dedicato proprio al legame inscindibile tra il marchio Campari e il mondo del design.
La Galleria Campari. Da Milano a Londra
Non a caso l’Archivio della casa vanta oltre tremila opere su carta, dalle affiche della Belle Epoque alle grafiche pubblicitarie che hanno condizionato l’immaginario di un secolo, rinnovandosi costantemente dagli anni Trenta agli anni Settanta con la collaborazione di grandi artisti, da Fortunato Depero a Guido Crepax, a Ugo Nespolo. Ma il museo custodisce anche caroselli e spot di noti registi e oggetti di design a firma Matteo Thun, Markus Benesch e tanti altri. Ecco perché tra maxischermi, proiettori e tavoli interattivi una visita alla Galleria Campari è diventata esperienza degna di nota per chi si trovi a passare dalle parti dell’hinterland milanese. E non solo, dal momento che proprio quest’estate la Galleria ha deciso di intraprendere la sua prima trasferta all’estero, inaugurando un tour che fino al 31 dicembre la vedrà ospite a Londra, presso l’Osteria at the Barbican Centre. Così, mentre i milanesi salutano il ritorno dell’Angiolin presso il Camparino in Galleria (Vittorio Emanuele) - il puttino nudo in marmo che cavalca un delfino fu realizzato nella seconda metà dell’Ottocento e finì per decorare l’ingresso dello storico Caffè Campari, all’angolo tra piazza Duomo e la Galleria; poi trasferito a Sesto e ora, per tutto il mese di agosto di nuovo al suo posto – Londra si appresta a celebrare la storia di uno dei più celebri brand del bere all’italiana.
L’esposizione al Barbican Centre. Tra signature cocktail e cene gourmet
Nella capitale inglese, dallo scorso 3 agosto, sono arrivati i documenti e le grafiche più significative per raccontare il fascino che il marchio riveste da oltre 150 anni, raccolti nell’esposizione a cura di Marina Mojana, direttore artistico della Galleria. Tra i lavori anche il celebre Spiritello avvolto nella buccia d’arancia di Leonetto Cappiello, datato 1921. In occasione della mostra il bar dell’Osteria servirà Negroni e uno Spiritello cocktail ispirato dall’opera. Mentre in tavola gli ospiti potranno scegliere il menu degustazione ideato da Anthony Demetre che omaggia l’Italia e l’abbinamento a tutto pasto con il Campari.
In attesa che la Galleria di Sesto San Giovanni accenda nuovamente i riflettori su di sé, con la presentazione del nuovo progetto espositivo che vedrà la luce a settembre. Per continuare il suo viaggio nello stile e nel design.
Galleria Campari on tour | Londra | Osteria, Barbican Centre, Silk street | fino al 31 dicembre 2016
a cura di Livia Montagnoli