Gaggan Anand. Chi è e quanto conta il suo ristorante
Nella top 50 dei ristoranti più influenti del mondo, rivelata qualche giorno fa a Singapore, Gaggan è la tavola asiatica più ambita, con una quarta posizione meritata sul campo dal suo chef e patron, il cuoco indiano che ha saputo imporre la sua idea di cucina – rock, anticonformista, creativa ma attaccata alle radici della propria cultura – a Bangkok, tra le mete gastronomiche più chiacchierate del Sud Est asiatico. Non a caso, per quattro anni consecutivi, Gaggan Anand ha dominato pure la classifica dell'Asia's 50 Best Restaurants, primo su 50 dei ristoranti più rappresentativi della cucina d'autore di un continente che sa orientare gli equilibri della ristorazione internazionale in modo sempre più convincente. Che il cuoco indiano trapiantato a Bangkok sia stato per tanti anni la figura più emblematica di questo movimento, anche questo, non è un caso. Perché della sua diversità Gaggan ha fatto una bandiera potente, a tavola e fuori, con il carisma di un leader gentile, ma volitivo.
Gaggan. Un ristorante a tempo: la chiusura nel 2020
E quando nel 2017 Gaggan ha annunciato l'intenzione di voler chiudere per sempre il suo ristorante alla metà del 2020, non ha fatto altro che alimentarne la fama. In modo ragionato, però, e con l'idea precisa di dare un seguito all'esperienza maturata a Bangkok, senza per questo doversi vincolare alle mura di un ristorante che, diceva allora, “dopo dieci anni di vita diventa un brand, e deve sapersi reinventare in forme diverse”. Dunque, innescato il countdown, tutti aspettavano di scoprire cosa sarebbe cambiato dal prossimo anno, mentre le prenotazioni da Gaggan per gli ultimi mesi del 2019 e i primi del 2020 (la chiusura definitiva è programmata per giugno) si sono moltiplicate in modo esponenziale.
Le dimissioni di Gaggan Anand
E invece – colpo di scena – alla fine di giugno, il cuoco indiano ha dato le dimissioni dal suo ristorante, con una lettera spedita (il 24 del mese, un giorno prima della cerimonia dei 50 Best, precisano ora le parti in causa) dai suoi avvocati ai soci con cui finora ha gestito Gaggan. “Visioni troppo distanti per continuare insieme”, spiega a posteriori lo chef, che si è pure detto intenzionato a restare qualora riuscisse ad acquistare le quote degli altri, diventando unico socio del progetto che ha costruito a sua immagine. Tra due mesi, quindi, sapremo con certezza se l'operazione è riuscita, e se Gaggan accompagnerà il ristorante di Bangkok fino all'ultimo servizio, perché l'intenzione di chiudere a giugno 2020 sarà confermata a prescindere dall'esito delle trattative. A quel punto, Gaggan Anand sarà libero di dedicarsi a tempo pieno al progetto giapponese messo in cantiere da tempo, con il collega Tsuyoshi Fukuyama, consolidando così il suo profilo da imprenditore capace, già ben definito nella capitale thailandese, dove Gaggan è già socio investitore di Suhring e Gaa.
Il prossimo incontro con i soci di Gaggan è fissato per la fine di luglio, dopo un periodo di pausa che il cuoco trascorrerà in Europa con la famiglia. È da capire come il ristorante evolverà se le parti non dovessero trovare il compromesso più vantaggioso per chi ama lo chef: il cuoco assicura che in caso di mancata conciliazione tutta la “famiglia” di Gaggan – persone impiegate in brigata, clienti, sostenitori – potrà comunque stare tranquilla. “Sono stanco e dispiaciuto”, ma, conclude sul suo profilo Instagram con qualche faccina divertita, “dovrò cercarmi presto un nuovo lavoro!”. Che bolla già qualcosa in pentola?