Si sta per concludere il secondo dei tre anni previsti per il progetto Fruitylife. Cofinanziato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e dall'Unione Europea, ha l'obiettivo di monitorare e garantire tracciabilità e trasparenza dei prodotti ortofrutticoli in tutta la filiera, da quando vengono coltivati e raccolti a quando vengono etichettati ed esposti sui banchi della grande distribuzione. Coordinato da Alimos-Alimenta la Salute, il programma Fruitylife ha interpellato i responsabili qualità di alcune delle principali realtà produttive italiane, tra quelle più all’avanguardia nei sistemi di qualità e certificazione come Alegra, Apofruit Italia, Conor, Naturitalia e Orogel Fresco. Domande chiare e dirette sono state rivolte ai cinque responsabili delle aziende coinvolte per capire nel dettaglio modi, tempi e luoghi dei controlli che subisce un prodotto esposto in vendita, come anche le figure professionali che se ne occupano. Alla prima domanda su come vengano effettuati i controlli ha risposto, in prima battuta, Fausto Gaiba, Responsabile Qualità di Alegra s.c.a. “I controlli effettuati lungo la filiera dell’ortofrutta di una struttura organizzata sono molteplici ed avvengono sia in campo che in magazzino attraverso il lavoro di tecnici specializzati. Sul campo si effettuano controlli del sito produttivo attraverso analisi del terreno, delle acque di irrigazione, il monitoraggio di eventuali contaminazioni da siti limitrofi e di tutte le pratiche di coltivazione effettuate dall’agricoltore” dice, e continua: “in magazzino vengono realizzate verifiche all’ingresso degli stabilimenti e durante tutte le fasi di lavorazione, dalla suddivisione dei prodotti in base alla pezzatura alle selezioni, dal confezionamento all’etichettatura e, infine, alla spedizione”. E se i controlli vengono effettuati durante tutto il ciclo produttivo, c'è da dire che si intensificano in prossimità della raccolta. Ad occuparsene sono tecnici specializzati, come spiega Cristiano Pilotto di Naturitalia. “Il tecnico di campagna oltre ai requisiti legati alla sicurezza aiuta anche a raggiungere standard qualitativi di prodotto in termini non solo di pezzatura, colore o assenza di difetti ma anche di caratteristiche organolettiche, di consistenza, durezza, quantità degli zuccheri ed acidità”. Sul codice che indica la tracciabilità di filiera è invece intervenuto Marco Candini di Agribologna/Conor. “Il codice è un numero univoco che racchiude al suo interno tutte le informazioni relative al prodotto ed è riportato per legge in etichetta spesso sotto forma di lotto. A tal codice è associato l’agricoltore, il campo di produzione, il giorno della raccolta e la singola unità di carico accettata in azienda, quali, quante e quando sono state effettuate le analisi, chi l’ha confezionata, imballata e lavorata”. Tale codice, inoltre, è presente non solo sui prodotti ortofrutticoli acquistabili confezionati ma anche sulle casse di cartone, legno e plastica da cui si possono prendere i singoli prodotti, in quanto l’etichetta è apposta anche sulla cassa. Inoltre è possibile trovare appositi pannelli o lavagnette su cui i venditori possono riportare gli elementi dell’etichetta e non solo il prezzo di vendita.
Visitando la pagina web di Fruitylife, nella sezione Fruitv è possibile trovare un canale dedicato al progetto per promuovere la sicurezza e la qualità di frutta e verdura anche in forma multimediale; tra i contenuti a disposizione sono visibili videointerviste che spiegano dove ricercare i codici di tracciabilità e in cosa consistono, i controlli a cui i prodotti ortofrutticoli vengono sottoposti e come riconoscere e acquistare prodotti di qualità.