Sembra un breve giallo quello raccontato dal New York Times il 16 agosto 2015. Si tratta di un reportage speciale firmato da Nicholas Blechman, illustratore del quotidiano e direttore artistico. Vittima di questo thriller alimentare? Il Pomodoro S. Marzano DOP. Proprio quel pomodoro della Valle del Sarno, conosciuto e utilizzato in tutto il mondo per salse, zuppe, a crudo ma soprattutto per uno dei piatti più amati: la pizza. Un simbolo del made in Italy che è stato vittima di frode, al punto da guadagnarsi uno speciale nel quotidiano statunitense dal titolo “Il mistero del San Marzano”.
Il reportage
Nell’illustrazione del New York Times viene denunciata l’etichetta ingannevole delle lattine di San Marzano vendute in un supermercato di Brooklyn. Sul barattolo la scritta era in italiano “Pomodori Pelati San Marzano”, ma quei pomodori erano in realtà coltivati in America. Blechman sostiene che la colpa sia da attribuire alla mancanza, negli Stati Uniti, di una DOP o di un consorzio che tuteli il prodotto. Solo i consumatori più attenti possono riconoscere un vero San Marzano da un falso ma nessuna normativa lo garantisce.
Alla fine del reportage, Blechman consiglia ai consumatori di acquistare i pelati Gustarosso, cooperativa agricola in provincia di Salerno produttrice di S. Marzano DOP. Una garanzia di qualità e provenienza e a confermarlo è il prezzo ($ 3,90 per circa 400 grammi), che è soprattutto “il prezzo dell’autenticità in un’economia alimentare globalizzata”.
Commenti dall’Italia
Come già anticipato, a Settembre arriverà a New York il maestro pizzaiolo Gino Sorbillo, napoletano doc che sa cosa significa pomodoro di qualità. Tempismo perfetto, il suo, che si aggiunge alla volontà di fare chiarezza nel caotico mondo dei prodotti italiani spesso vittime di imitazioni: “A breve, nella mia nuova pizzeria newyorkese, svolgerò dei seminari con la Gustarosso per spiegare qual è il vero pomodoro e quale no. L’inimitabile smaschererà tutti i numerosi falsi”.
Dalla cooperativa Dani Coop, società agricola che riunisce i diversi produttori di S. Marzano DOP, arrivano i commenti del presidente Eduardo Ruggiero, “vogliamo che l’illecito venga interrotto al più presto, chi imbroglia i consumatori americani con etichette false deve essere perseguito dalla legge”. Parole aspre che sottolineano il valore di ogni prodotto alimentare e della sua tracciabilità. Fra mozzarella di bufala ed extravergine, l’Italia ha ormai fatto il callo a frodi in questo campo. Basti pensare al fenomeno dell’Italian sounding. Ma è tempo di reagire.
A pensarla così è anche Coldiretti Salerno, che scende in campo a difesa dell’agroalimentare. Specialmente quello campano e in particolare quello della provincia di Salerno che, come ricorda il presidente Vittorio Sangiorgio, “è tra i più contraffatti d’Italia”.
“Il falso made in Italy danneggia moltissimo il sud e ancor di più la nostra provincia che poggia una parte molto significativa del suo PIL sull’agroalimentare”, continua Sangiorgio. Coldiretti Salerno concluderà i tour territoriali con un’assemblea nell’Agro sarnese-nocerino, con la speranza di ricevere una “maggiore attenzione da parte delle istituzioni e una rinnovata stagione di collaborazione nella filiera, che sarebbe utile a tutti e creerebbe vantaggi per tutta l’economia provinciale”.
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a cura di Michela Becchi