Bionda, giovane, bella, raccomandata. Sono queste le etichette "maledette" che Francesca Bardelli Nonino si porta dietro da quando, a 26 anni, è diventata responsabile comunicazione web dell’azienda di famiglia Nonino che produce grappe dal 1897. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Nonino – adesso 33ennne affermata nel mondo della distilleria – racconta del difficile avvento in azienda da giovanissima: «C’è stato un bel mix di pregiudizi. Intanto perché sono chiaramente figlia di papà, nel mio caso di mammà e di nonna: una raccomandata». Può sembrare un paradosso, ma Francesca Bardelli Nonino ha dovuto faticare molto per affermare la sua identità, lottare contro i pregiudizi, e della sua esperienza dice: «È innegabile! Non ho fatto un colloquio per entrare in azienda... Però ho conquistato sul campo la fiducia, anzitutto dei miei familiari».
Sui social si è messa a parlare di grappa, a far vedere il dietro le quinte della produzione e rimestare distillati per farci dei cocktail. Forbes, nel 2022, la nota e ne parla (e anche noi ne abbiamo parlato in un’intervista sulla parità di genere). Non rinnega il "marchio" di influencer della grappa che le è stato attribuito negli anni.
Giudizi e sessismo
A riconferma di quanto ha dovuto lottare, dice: «L’altro grande pregiudizio è l’età: una ragazza che parla di alcolici in un ambiente dove le giovani donne vengono utilizzate, non certo da noi, solo come hostess, non è credibile». Ma non si è persa d’animo e a queste “accuse” ha risposto «Seguendo tanti corsi, prendendo tante certificazioni: sono sommelier e ho il Wset di III livello, la certificazione internazionale più alta. Volevo che leggendo il mio biglietto da visita si capisse subito il mio percorso».
Nell’intervista al Corriere della Sera, Nonino racconta anche di quando suo social ha ricevuto messaggi sessisti e di quanto è stata trattata male: «Credo sia dipeso dal fatto che ho reagito di petto, pubblicando gli insulti. Mi denigravano senza nemmeno leggere il mio curriculum. Per non parlare di quelli secondo i quali non potevo essere credibile perché indossavo dei jeans stretti... La cosa bella, adesso, è che sono i miei stessi follower a difendermi».