Una normativa a doppia firma presentata a Montecitorio da Lorenzo Basso (PD) e Matteo Rosso (FdI) punta a introdurre l'obbligo di una etichettatura per i prodotti caseari a latte crudo. La proposta vuole rendere obbligatoria l'indicazione in etichetta dei potenziali rischi di questi prodotti per i bambini di età inferiore ai 10 anni, gli anziani e i soggetti immunodepressi, in maniera visibile e leggibile. Il testo che recepirà le due proposte di legge dei parlamentari liguri – poi riuniti in un'unica proposta presentata la settimana scorsa alla Camera dei Deputati, e che prevedono una modifica al decreto 158 del 2012 in materia di sicurezza alimentare ha l'obiettivo di avvisare i consumatori dei potenziali rischi sanitari legati al consumo di questi alimenti. «Il progetto di legge», hanno dichiarato i parlamentari, «rappresenta una risposta concreta a una problematica che tocca da vicino molte famiglie italiane, unendo competenze e sensibilità politiche diverse, per affrontare con responsabilità il tema della sicurezza alimentare». Sarà poi un decreto specifico del ministro della Salute di concerto coi ministri delle Imprese e dell'Agricoltura a stabilire l'esatta dicitura, la misura, il colore e il font utilizzato, nonché il simbolo che renderà distinguibili questi prodotti, oltre alle modalità per l'esecuzione dei controlli sui prodotti in commercio, in aggiunta al regime delle sanzioni. I prodotti non conformi ai requisiti potranno essere venduti fino a esaurimento scorte, purché immessi nel mercato prima dell'entrata in vigore della legge.
L'ultimo regalo di Elia
È d'obbligo ricordare che l'iniziativa legislativa nasce da una tragedia. Infatti la spinta per questa normativa arriva dalla drammatica vicenda di Elia Damonte, bambino di Arenzano di tre anni deceduto l'estate scorsa dopo aver sviluppato la sindrome emolitico-uremica (SEU) a causa di Escherichia coli produttore di tossina Shiga (STEC). La contaminazione è stata ricondotta al consumo di formaggio non pastorizzato acquistato durante una vacanza. Marco e Sonia Damonte, i genitori di Elia, colpiti da un dolore incalcolabile, hanno deciso di impegnarsi per prevenire situazioni simili, affinché altri bambini non corrano gli stessi rischi. «Adesso si comincia a parlarne, anche gli istituti zooprofilattici diffonodono video sui rischi, e ne siamo felici. Non ci riporta il nostro bambino, ma può darsi che servirà ad evitare la malattia a qualcun altro», ha detto Marco Damonte a Gambero Rosso, «È l'ultimo regalo del nostro bambino».
Ma quella di Elia non è una storia isolata. Nel tempo si sono verificati altri episodi gravi legati al consumo di latte crudo o di formaggi non pastorizzati. Si ricorda il caso del bambino di Coredo in Trentino che la SEU ha condotto prima al coma e poi allo stato neurovegetativo dopo aver consumato prodotti contaminati. Una vicenda che ha destato particolare preoccupazione per la frequenza di molti altri casi analoghi, nella stessa località. Contattando Giovan Battista Maestri, il padre, il commento alla notizia del progetto di legge è stato positivo, ma si riserva di esultare a cose fatte. «Non dire gatto finché non ce l'hai nel sacco. Finché non vedo le diciture che specificano i pericoli legati alle medie e basse stagionature del latte crudo (e non solo sotto i 60 giorni), non me la sento di festeggiare. Anche perché so che i tempi legislativi sono lunghi. E intanto i bambini continuano ad ammalarsi. Persino nei giorni scorsi c'è stato un altro caso di contaminazione a Moena. Bisogna sbrigarsi» Siccome è vero che gli sforzi delle famiglie delle vittime non finiscono mai, Maestri rilancia, «Estendiamo gli avvisi di rischio ad includere tutti i soggetti sensibili. Deve diventare normalità che oltre ai bambini, questi prodotti sono da vietare ad adulti con speciali problematiche, quindi da non somministrare in ambitii ospedalieri, asili, case di riposo; come devono essere vietati a chi è in gravidanza e ai soggetti immunocompromessi».
Perché serve questa etichetta
La SEU è una malattia con conseguenze potenzialmente devastanti. Colpisce quasi esclusivamente i bambini, che rappresentano oltre il 95% dei casi, ed è la principale causa di insufficienza renale acuta in età pediatrica. Le complicanze per i soggetti sensibili includono danni neurologici, e, nei casi più gravi, il decesso. I prodotti caseari freschi e semi-stagionati, prodotti con latte non pastorizzato e con medie e basse stagionature, dove i processi di lavorazione non riescono a neutralizzare completamente i patogeni, rappresentano un veicolo significativo di contaminazione.
Nonostante ciò, manca ancora una consapevolezza diffusa sui pericoli associati a questi alimenti. Se da un lato è ormai noto che alcune carni poco cotte possono essere rischiose, i formaggi a latte crudo sono spesso percepiti come sicuri, complici l'attrattiva del prodotto artigianale, e una narrazione che enfatizza il "naturale" senza considerare i dati scientifici. Più volte il tema del latte crudo ha acceso il dibattito pubblico, alimentato anche da dichiarazioni che hanno banalizzato i rischi di questi alimenti, ma non sufficiente a accendere riflettori sul pericolo. È stata emblematica la polemica scaturita da un intervento di Robert Kennedy Jr., grande sostenitore delle virtù del latte non pastorizzato, attraverso messaggi che non includono mai le gravissime implicazioni sanitarie. Al di là di tali prese di posizione, c'è anche molta ignoranza, nel senso che si ignorano i rischi associati al consumo di latte crudo per i soggetti più vulnerabili. Serve maggiore informazione, anche fra chi i formaggi a latte crudo li ama e li promuove. Io stessa, prima di conoscere i rischi, ne ho sottovalutato i pericoli.
Verso il bollino e oltre
L'introduzione della norma sull'etichettatura obbligatoria è un primo passo importante per colmare questa lacuna. «Non pensavamo davvero di arrivare in così breve tempo ai palazzi del potere a Roma, ha commentato Sonia Damonte, la mamma del piccolo Elia, «e allora perché non spingerci fino a Bruxelles?». Ci auspichiamo che una volta approvata la legge, segua inoltre maggiore comunicazione a livello istituzionale, ma anche in sede di vendita, dove il banconista pienamente informato comunica e informa i consumatori, per garantire piena consapevolezza. Il bollino, intanto, è la prima misura di prevenzione fondamentale, che può ridurre il rischio di episodi drammatici come quelli di Elia, del piccolo eroe di Coredo, e tutti gli altri di cui non si parla.