Le aree verdi rappresentano uno degli indicatori più utili per monitorare lo stato di salute del nostro pianeta: quando l'inquinamento e lo sfruttamento di risorse oltrepassano una certa soglia di rischio, infatti, gli ecosistemi di boschi, piantagioni e riserve protette sono sempre i primi a farne le spese. Ma la rotta si può invertire, eccome: lo dimostra l'annus horribilis appena trascorso, che ha visto la natura riprendersi lentamente i suoi spazi, approfittando della paralisi globale indotta dalla pandemia. Certo, sarebbe auspicabile che il cambiamento venisse stimolato anche da altri fattori, come una rinnovata sensibilità nei confronti degli sprechi alimentari e una maggiore riduzione delle emissioni nocive a livello industriale. Ad ogni modo, il 2021 ha portato con sé tutta una serie buone notizie sul fronte sostenibilità; l'ultima arriva dal rapporto annuale del Programme for Endorsement of Forest Certification schemes (Pefc), uno dei maggiori enti impegnati nella salvaguardia del patrimonio forestale (insieme ad altre organizzazioni e startup innovative, come Forest Sharing), che evidenzia il recente aumento delle zone boschive gestite in maniera consapevole sul territorio nazionale.
Foreste e boschi italiani in ripresa. Le ultime ricerche
Al Pefc, attivo da un ventennio nel nostro paese, va il merito di aver avviato un processo di certificazione basato su criteri estremamente rigorosi, con l'obiettivo di incentivare la custodia responsabile delle aree forestali da parte dei proprietari, delle aziende e dei cittadini che ne usufruiscono abitualmente. In parallelo al lavoro di screening, poi, l'ente ha sempre portato avanti numerosi progetti di ricerca per valutare il livello di tutela ambientale nelle zone certificate (e non), pubblicando ogni anno i risultati delle indagini condotte nei mesi precedenti. Ma veniamo al bilancio del 2020: il primo dato che balza all'occhio è quello dell'aumento del numero di foreste e boschi gestiti in chiave sostenibile, pari a 8000 ettari in più rispetto al 2019, su una superficie complessiva di 889 032,60 ettari. La certificazione del Pefc, invece, è stata assegnata a 82 000,82 ettari di foreste e 7031,78 ettari di pioppeti, con l'intento di premiare le operazioni a sostegno della biodiversità locale promosse dai gestori. E le regioni italiane più virtuose, quali sono?
Sostenibilità delle foreste: la classifica delle regioni più ecologiche d’Italia
Fra le regioni più attente alla salvaguardia del patrimonio naturalistico spicca il Trentino-Alto Adige, che detiene il primato (inarrivabile, stando ai dati attualmente disponibili) di 555 997, 96 ettari di terreni, gestiti da vari enti come l’Unione Agricoltori di Bolzano (presente su tutto il territorio grazie alle associazioni contadine locali), il Consorzio dei Comuni Trentini e la Magnifica Comunità di Fiemme nella provincia di Trento. Al secondo posto, invece, troviamo il Friuli-Venezia Giulia, con 92.016,30 ettari di foreste in ottima salute, perlopiù soggetti al controllo della Comunità della Carnia Uncem Fvg, e al terzo il Veneto, con 74.360,43 ettari. A seguire, il Pefc premia Lombardia, Piemonte, Toscana, Emilia-Romagna, Basilicata, Marche e Umbria, confermando il ruolo di primo piano svolto dalle regioni del Nord e del Centro Italia nella valorizzazione delle aree boschive. Le statistiche, comunque, suggeriscono un maggior coinvolgimento di gestori forestali, aziende di trasformazione e consumatori nella rivoluzione verde, che rispetto a qualche anno fa sembra aver fatto molti passi avanti per contrastare il degrado ambientale nelle zone maggiormente inquinate dello Stivale.
Com’è cambiata la sensibilità ambientale degli italiani?
Oltre a fornire dati molto interessanti sulla tutela del patrimonio boschivo, la ricerca del Pefc fotografa anche le nuove abitudini e il cambiamento di mentalità degli italiani, registrando un aumento di interesse nei confronti dei prodotti lignei ecologici; sembra, infatti, che i consumatori siano sempre più orientati all’acquisto di carta riciclabile e di legno proveniente da oasi verdi gestite in modo oculato, nel rispetto dei provvedimenti legislativi in vigore; da qui l’escalation di aziende che scelgono di rifornirsi presso le foreste certificate, cresciute del 7,7% rispetto al 2019 (con un aumento percentuale di 2,3 punti, a confronto con il biennio 2018-1019). Certo, la strada da fare per convertirsi a uno stile di vita sostenibile è ancora lunga. Da qualche parte, però, bisogna pur sempre iniziare.
Maggiori informazioni sul sito www.pefc.it
a cura di Lucia Facchini