Il ristorante che non c'è. Da New York a Milano
We cook, we ride, you eat. Lo slogan di Foorban non potrebbe essere più chiaro. Certo, la quantità di termini inglesi in ballo farebbe pensare a un'impresa d'oltreoceano, e d'altronde proprio a New York qualche tempo fa si vociferava di un servizio analogo, Ando, ideato niente di meno che da David Chang (che materia di delivery di qualità, un anno fa battezzava anche Maple). E i due progetti, pur a distanza di migliaia di chilometri condividono l'intento: gestire la cucina di un ristorante dedicato esclusivamente al delivery service, restituendo al cibo a domicilio una dignità fiaccata da tante realtà di dubbia qualità. Mentre nella Grande Mela la cucina nascosta in uno scantinato di Midtown lavorerà in sinergia con Momofuku Ko e con le molteplici insegne dello chef in città, a Milano – perché è nel capoluogo lombardo che nasce l'esperienza Foorban – la start up ideata da Stefano Cavaleri, Riccardo Pozzoli e Marco Mottolese riunisce una squadra di chef professionisti pronti a evadere le richieste degli utenti iscritti all'app. Per questo si è parlato di ristorante digitale: nessuno spazio fisico aperto al pubblico, ma un quartier generale dove si utilizzano solo prodotti freschi per confezionare proposte attente al benessere e alla qualità, recapitate a casa in meno di 20 minuti.
Menu del giorno a casa in 20 minuti
È questa l'ennesima declinazione del food delivery, che molti additano come uno dei più interessanti business del futuro grazie al progresso costante dell'innovazione tecnologica, che nel caso specifico garantisce agli utenti di interfacciarsi con un'unica applicazione (per ora disponibile solo per iOS). La startup milanese, la prima del genere nel panorama italiano, è infatti in grado di controllare tutte le fasi del processo, dall'ordine alla preparazione, al confezionamento e consegna, sommando al controllo della cucina anche la gestione della logistica e dello strumento tecnologico. A guadagnarci è soprattutto lo standard dell'offerta gastronomica: ogni giorno in cucina si elabora un menu diverso per disponibilità e stagionalità degli ingredienti, che arriva a destinazione nel minor tempo possibile, per valorizzare il gusto e la componente creativa di ogni piatto. Dopo un primo finanziamento di 400mila euro (e una fase beta di 30 giorni nel mese di aprile) l'azienda è già pronta a cimentarsi con le piazze straniere, ma per ora il team si sperimenta sulla scena milanese, per privati o aziende che vogliano usufruire del servizio. Le consegne vengono effettuate secondo distanza in vespa, ape o bici; gratuite prima di mezzogiorno, con un costo di consegna aggiuntivo (2.90 euro) nella fascia più gettonata, quella della pausa pranzo, dalle 12 alle 15. Con un solo limite, com'è comprensibile per un servizio appena nato, che per ora copre solo il centro di Milano. Ma come si usa l'app? È semplice. Dopo aver selezionato il piatto preferito (e consultato l'elenco degli ingredienti) è sufficiente confermare l'orario di consegna e seguire via app lo stato di evasione dell'ordine. Le proposte? Si spazia dall'insalata di quinoa alla tagliata di tonno con pomodori Camone e zucchine saltate alla mentuccia, dalle Caserecce con totani alla fettina di Scottona all'olio di sesamo. E poi gazpacho, torta di carote e cannella, rollè di crespelle e parmigiana di melanzane. Le ricette sono potenzialmente infinite, bisogna solo cominciare a provarle.