Food Film Fest a Bergamo. Il cinema gastronomico
Un anno dopo l’altro, il Food Film Fest di Bergamo ha saputo conquistare il suo spazio nel panorama internazionale dei festival cinematografici a tema gastronomico, che pure vanta diverse punte di diamante, dalla sezione Culinary Zinema della Berlinale alla kermesse cinegastronomica di San Sebastian, prossima ad andare in scena, alla fine di settembre, nell’elegante cittadina basca. Con la peculiarità di essere un festival dotato di una fisionomia propria e specifica – non dipendendo, come i casi citati, dall’organizzazione di una manifestazione a carattere generale – in vista della sua sesta edizione, il Food Film Fest di Bergamo ha infatti raccolto le candidature di oltre 500 cineasti, da 75 Paesi diversi.
Una manifestazione internazionale. Film, assaggi e cultura del cibo
E 31 sono le pellicole selezionate dalla giuria del concorso per contendersi i premi di categoria nel corso delle tre serate del festival, dal 28 agosto al 1 settembre. In piazza Mascheroni, la kermesse ideata dall’associazione Art Maiora in collaborazione con la Camera di Commercio di Bergamo avrà il suo fulcro, e proporrà al pubblico la proiezione (anche in Sala Curò) dei film in gara per le tre sezioni Food Movie (fiction e film di narrazione), Doc (documentari, reportage, inchieste) e Animation (film di animazione). Cibo e tanto cinema, dunque. Ma anche cibo e conoscenza, con il calendario di appuntamenti collaterali al concorso, tra letture, laboratori, degustazioni, performance artistiche e proiezioni fuori concorso. E due tavole rotonde, una in apertura, l’altra in chiusura di festival: il 28 agosto, con Luca Beatrice, per parlare di Cibo e Arte; il 1 settembre, con ospiti istituzionali ed esperti di agroalimentare, sul tema Cibo e futuro.
Food Film Fest 2019. I film in concorso
L’attenzione, però, sarà rivolta soprattutto ai protagonisti della manifestazione: i film. E allora, tra i documentari che hanno avuto accesso alla finale, la produzione italiana di Clio Sozzani e Claudia Palazzi, che portano sullo schermo l’incontro tra l’artigiano dei noodle cinesi Yao e il pastaio toscano Amedeo; o l’olandese Chef, ennesima inchiesta sul mondo della ristorazione visto dal backstage, dal punto di vista di 5 chef che lavorano tra Paesi Bassi e Belgio, e svelano problemi e criticità del settore. E il docu-film inglese sulla storia di Vikas Khanna, chef indiano che ha trovato successo a New York (Buried Seeds); ma pure la rivoluzione dei piccoli produttori della Champagne (Revolution Champenoise) e un viaggio alla scoperta della produzione e del commercio della vaniglia (Vanilla, the hunt for the brown gold), o il racconto di una vita da pescatore di Pescamare, per la regia di Andrea Lodovichetti. Mentre la sezione Food Movie alterna uno spot che promuove la città di Napoli attraverso il suo patrimonio gastronomico e la webserie in 7 episodi Rossini, Music for the Palate, storia dello strano incontro tra un’influencer dei giorni nostri e il compositore buongustaio. Per il capitolo Animazione: il mito della creazione di Eve of, la proposta di matrimonio al ristorante di The Proposal, la storia di un uovo nato in un mondo crudele (Yolk).
E nella tre giorni cinematografica le proiezioni si avvicenderanno anche oltre le pellicole in concorso. Il pubblico potrà così assistere al ciclo di docufilm sulle contaminazioni culturali tra ingredienti e ricette molto lontani tra loro – dal chapati indiano al gahkku svedese, al kimchi coreano – ma anche all’omaggio a Ermanno Olmi e al suo capolavoro l’Albero degli zoccoli, ricordato dalla regista Federica Ravera con Albero Nostro, documentario ricco di aneddoti e ricordi che saranno condivisi con la platea di piazza Mascheroni.
Tutto per diffondere una cultura dell’alimentazione consapevole, privilegiando i temi della memoria gastronomica, della biodiversità, del gusto e della corretta alimentazione.
a cura di Livia Montagnoli