L'esempio di New York
A New York esiste già dal 1973, in Francia dal 2016 e a Bruxelles da una settimana. Nel 2018 sarà la volta di Bologna, dove sarà inaugurato il primo supermercato autogestito d'Italia. Uno spazio dove i clienti sono anche soci impegnati attivamente nello sviluppo e nella gestione del negozio, improvvisandosi cassieri, magazzinieri, commessi. Il vantaggio? La riduzione dei costi, la giusta ripartizione fra i fornitori, e la possibilità di consumare sempre prodotti freschi e di qualità. In principio fu il FoodCoop di Park Slope, a Brooklyn, a fare da apripista per questo sistema innovativo di fare la spesa, un emporio in cui gli acquirenti sono anche venditori, in contatto diretto con i produttori. Park Slope conta oggi 17mila soci, che svolgono il 75% di tutto il lavoro necessario per gestire il supermercato, uno spazio dove poter scegliere fra oltre 15mila prodotti diversi a un prezzo mediamente inferiore del 20% rispetto a quello degli altri magazzini. Per diventare membri di questa comunità a tutti gli effetti, basta versare una piccola quota annuale (circa 100 euro), che sarà reinvestita a sostegno del progetto.
Camilla a Bologna
È stata poi la volta de La Louve a Parigi, con 3mila soci per 1500 metri quadri di esposizione, e infine di BeesCoop a Bruxelles, partito in corsa la scorsa settimana con circa 300 soci. In Francia l'iniziativa ha preso particolarmente piede, e non solo nella capitale: sono infatti 30 oggi le realtà simili sparse per il Paese. In Italia, sarà Bologna ad accogliere il primo supermercato autogestito, Camilla. A realizzarlo, Alchemilla GAS, in collaborazione con l'Associazione Campi Aperti, organizzazione di produttori biologici e contadini del territorio. Alimenti bio ed eco-sostenibili saranno protagonisti sugli scaffali del supermercato, sistemati e riordinati quotidianamente dai membri associati. “Qui prevedere che i soci di una cooperativa di consumo mettano a disposizione una quota di tempo, che facciano cose che sembrano lavoro ma non lo sono, non è semplicissimo, però un modo per farlo lo stiamo trovando”, ha commentato Giovanni Notarangelo, tra i primi promotori di Camilla. “Per ora abbiamo 150 sottoscrittori, ma il primo incontro pubblico c'è stato solo pochi giorni fa. L'interesse è alto, da parte dei produttori come dei consumatori”.
Il documentario
A raccontare questa esperienza che si sta diffondendo un po’ in tutto il mondo ci ha pensato Thomas Boothe, fondatore de La Louve, nel documentario “Food Coop”. Americano di nascita ma parigino di adozione, Thomas ha deciso di replicare l'esperienza di Park Slope nella capitale francese, dopo uno studio durato 5 anni. Nella sua pellicola, il regista racconta i passaggi che hanno portato al risultato finale, registrando il lavoro volontario di tutti i collaboratori, e creando così un documentario sui generis che mostra nei dettagli l'intero progetto. In previsione dell'apertura di Camilla, il film sarà trasmesso a breve anche nelle sale italiane, con una prima assoluta fissata per il prossimo 14 novembre a Bologna.
a cura di Michela Becchi